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Ormai i confini sono sempre più labili e la commistione tra arte e moda si invasiva e arrogante. Ancor di più quando si parla di fotografia, la moda sempra una tappa obbligata nella carriera di un artista, non necessariamente nel fare servizi fotografici per grandi magazine o per grandi marchi, piuttosto come vero e proprio tema di cui trattare. Chi in maniera decadente, chi magari in toni critici e chi in modo simpatico ma esautorante, destabilizzante come fa Petros Chrisostomou, che ci ha colpiti con i suoi lavori della serie “Still life” (“natura morta”, anche se alla lettera significa “ancora vivo”, rifletteteci), dove cibarie come mega salami, uova giganti, fette di pan carrè invadono cucine e fast food, o dove fiori o macabre parrucche occupano sale da museo o dove, opere che più ci interessano, immense scarpe di vernice incastrate tra loro estendono la loro figura dal pavimento al soffitto in sale specchiate. E poi hanno il coraggio di dire che la moda è qualcosa di fine a se stessa…

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