Alberto Annibali

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Oggi la nostra speciale intervista è dedicata ad Alberto Annibali, fashion designer italiano attratto fin da piccolo dal mondo della moda, lavora per grandi marchi del Made In Italy, fino a che nel 2007 realizza e presenta la sua griffe.

Quale è stato il momento esatto, o la situazione in cui hai capito che la tua strada da percorrere era quella del fashion?

A 6 anni disegnavo vestiti, a 10 leggevo libri e riviste di moda , quindi ho capito che questo era il mio destino. Ero molto attento a come si vestiva la gente ed a come ognuno esprimeva la propria personalità attraverso il modo di vestirsi, e da li ho cominciato ad andare sempre più a fondo seguendo chi la moda la creava. E’ stato un percorso naturale ricordo, e a 16 anni sapevo che avrei lavorato in questo mondo.

Come hai vissuto l’esperienza lavorativa all’ interno di grandi case di moda italiane?

E’ stato fondamentale per crescere e capire cosa c’è oltre il sogno e la creatività che ci viene mostrata nelle sfilate o presentazioni
Sicuramente una volta era tutto più puro, la moda era una vera arte, non solo parlando del disegno, ma della realizzazione, della confezione ,di come si sono rotte delle regole mai toccate fino a quel momento, di come si sperimentava( e si sperimenta ancora).
Basti pensare a quando le donne hanno indossato la gonna corta dopo secoli di abiti lunghi !
Oggi la creatività è intesa sicuramente come design, manifattura e ricerca ma anche creatività legata al business, alle tattiche di comunicazione per farci innamorere di un prodotto.

Le difficoltà e i pregi di lavorare in autonomia per la propria griffe?

Difficoltà: Devi fare attenzione a tutto, tenere tutto sottocontrollo specialmente il BUDGET che in una piccola realtà è fondamentale rispettare per non trovarsi in mezzo ad un mare di guai.
Inoltre , segui lo sviluppo di tutto il processo dal creativo al prodotto alla vendita alla produzione(fino alla consegna nei tempi stabiliti del venduto)

Privilegi: decidi tu tutto, è tutto in mano tua valuti te cosa fare e cosa non fare, i rischi o i meriti sono sulla tua pelle( avvolte però è un pericolo anche) e cosa che a me piace moltissimo lavori quando vuoi, nel senso che se la sera vuoi anticiparti del lavoro lo fai , avendo tempo per altre cose personali il giorno dopo.
Insomma bisogna avere coraggio ,responsabilità e tantissimo senso pratico.

Che consiglio daresti a chi vuole intraprendere il tuo stesso percorso?

Avere le idee chiare, armarsi di pazienza, essere pronti a sacrifici e se serve essere combattivi( in senso positivo), questo ambiente è molto competitivo.

Raccontaci le ispirazioni e la nascita della Collezione F/W 2012-13.

Tutto nasce da alcuni abiti di crepe de chine che ho trovato, quelli che negli anni 80 le signore eleganti indossavano sempre , gli shirt dresses o i tubini puliti , passepartout che si mettevano dalla colazione fino alla sera.
Poi Grazie alla collaborazione con Svetlana Kuliskova, un artista Ceca, ho potuto realizzare con lei un tessuto composto da crepe de chine e chiffon uniti insiem grazie ad un macchinario che gli artisti della ex Repubblica Ceca alla fine degli anni 60 hanno costruito per realizzare degli speciali arazzi..
Le linee sono morbide ed over o che disegnano il corpo avvolgendolo in drappeggi o liberandolo e lasciandolo libero di muoversi.

Un pregio e un difetto del sistema moda in Italia.

Pregio: siamo molto bravi qui si formano tanti grossi designer che poi vediamo dirigere grosse aziende straniere.
Difetto: lo spazio per i giovani creativi continua a rimanere all’estero.
L’Italia è una vetrina per le più grosse aziende mondiali, basti vedere Milano collezioni, ma i giovani dove sono? Perché sono tutti a Londra, a Parigi, a New York?
Basta farsi un giro nei negozi all’estero e vediamo quanti giovani designer sono esposti.
In Italia si da moltissima importanza alle grosse aziende , andando a soffocare però noi piccoli e appassionati che non abbiamo quel potere mediatico per esporre il nostro prodotto.
Ma questa è una storia lunga….


La tua musa.

Ho sempre ammirato Lauren Hutton, Linda Evangelista rimane la mia modella preferita e le donne con personalità e carattere che incontro per strada sono le mie muse.

Il tuo motto.

Credere sempre in quello che si è, non si diventa qualcuno, lo si è da sempre basta capirlo.

Un desiderio già realizzato.

Ne ho due!
Il primo è vedere i capi col mio nome attaccato , la seconda ,rispondere alle interviste! Da bambino lo facevo per finta ora veramente ci sono persone che mi chiedono delle cose sul mio lavoro e si aspettano delle risposte!

Un desiderio da realizzare.

Riuscire a lavorare al più presto con quelle persone che stimo da sempre.

Ti va di svelarci un tuo progetto imminente?

Per ora non posso mi dispiace , sono abbastanza scaramantico,( non sa nulla neanche la mia famiglia) ma appena sarà realtà sarete i primi a saperlo!

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