Street Art.21 – Episodio 11: “Graffiti is not a crime”

0

“Why is non commercial public expression considered criminal?” – Shephard Fairey

L’infinita diatriba se i graffiti siano arte o vandalismo entra a piè pari in questo episodio. Ultima puntata dell’anno prima del meritato riposo estivo.

Sono stati numerosi i writers che si sono “spesi per la causa”, primo tra tutti Banksy, che ha riportato in auge la tematica con numerose opere nel corso degli ultimi anni.

Lo stesso Banksy si è speso in prima persona a difesa del writer inglese Tox dopo l’arresto di quest’ultimo con un artwork a Camden Town che vi proponiamo di seguito.

Mentre nel corso del 2011 il writer di Bristol è intervenuto con un ingente sostegno economico a favore della scarcerazione del collettivo artistico russo Voina.

I writers vennero arrestati successivamente all’ennesimo sberleffo verso le autorità russe. Infatti  i membri del collettivo guadagnarono la popolarità mondiale grazie alla rappresentazione di un enorme pene di fronte alla sede dei Servizi Segreti russi a San Pietroburgo. Gli attivisti una volta superati i controlli del ponte, in meno di un minuto, rincorsi dalla polizia russa hanno realizzato la monumentale opera.

Non potendo fermare il meccanismo di alzata del ponte l’enorme disegno si è eretto (è proprio il caso di dirlo) nell’imbarazzo generale delle forze dell’ordine.

Anche l’Italia ha avuto le sue vicende di amore e odio per i graffiti e la street art in generale.

La prima è quella che ha visto protagonista la città di Verona e BLU, il più importante street artist italiano.

Sebbene il Guardian lo abbia posizionato tra i dieci migliori street artist del mondo, tra lui e la città di Romeo e Giulietta non è sbocciato l’amore.

E’ notizia riportata dai quotidiani locali che una suo opera sorta in Borgo Trieste sia stata subito rimossa a causa delle lamentele dei residenti perchè, a detta di quest’ultimi, “spaventava i bambini”.

Fortunatamente l’opera è stata fotografata prima di essere cancellata.

Infine a conclusione di questo episodio vi proponiamo la vicenda che ha visto protagonista il Comune di Roma e i writers locali.

In un primo momento il comune ha scelto la linea dura “minacciando” i graffittari con questa campagna apparsa per le vie della capitale.

Successivamente, probabilmente per lo scarso successo dell’iniziativa, lo stesso comune ha stretto un accordo con le associazioni “Walls” e “21 Grammi”, denominato “Urban Act“.

L’accordo ha previsto la messa a disposizione di 35 muri per le vie di Roma ai writers locali, che dopo aver inviato una bozza del loro disegno all’amministrazione capitolina, hanno ricevuto l’autorizzazione a compiere l’opera legalmente.

SUBSCRIBE
Unisciti alla nostra mailinglist, sai che vuoi farlo.