Frank Sent Us | Interview

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Prendete Sandrello e la sua pistola carica di best seller della televisione e del cinema degli ultimi 30 anni sparate tutto dentro un programma di editing video interfacciato con un padcontroller. Suonate tutto a dovere a mo di campioni audio. Sotto mettete Chitarra (Mastro), Basso (Orange) e Frenetik Beat, un ensamble di suoni ritmico elettronici che non disdegnerebbe nemmeno l’utilizzo di una scopa elettrica come strumento musicale, avvolto in soffici rasta biondi. Il risultato è Frank Sent Us, il cuore della storia della cultura visuale di coloro che sono nati negli anni 80/90 suonato su basi electrorock, un fenomeno che permea da anni il tessuto della comunicazione virtuale, uno tsunami in assetto da live. Parola d’ordine, sotto cassa. I nostri Mr Croccodile Dundee spargono il loro verbo a colpi di machete in molti club d’Italia e in Europa perseguendo la loro sfida contro il tempo, la musica si rinnova con loro nella creazione di nuovi format di performance, come il virtual featuring, che nella loro prima uscita con gli About Wayne, Chameleon, lancia il loro Ep di collaborazioni Animal House, vedendo il cantante rappresentato sul video e suonato a sua volta come un campione come se fosse un elemento dell’ensamble. Si sconvolge il confine tra la presenza fisica di un artista e la possibilità di vivere la sua presenza da parte del pubblico anche in sua assenza. Oggi li incontriamo per parlare tra i vari argomenti, proprio di questo, i confini della musica in se e in relazione alle varie tecnologie di media.
Ognuno di voi ha un back ground relativo a un determinato contesto artistico, molti di voi quello musicale ma anche il più disinteressato di voi al visual credo abbia una serie abbastanza ampia di visioni/visualizzazioni alle proprie spalle e comunque una certa confidenza con il visuale.

Di chi è stata l’idea di Frank Sent Us, descrivetemi l’attimo in cui, non so, magari in studio avete capito cosa poter fare con un programma che vi permetteva di campionare i video.

Frank Sandrello: L’idea di suonare i video mi è venuta durante uno show degli Addictive TV. Guardando il loro show ho pensato che sarebbe stato grande poter suonare i video dal vivo su un palco. Avevo sotto mano Mastro, che di nome e di fatto è un artigiano in tutto: è capace di customizzare una bici, costruire un amplificatore e trasformare un joystick in un controller midi. Ho chiesto a Mastro come poter suonare l’audio e il video dei film in uno show dal vivo e lui ha trovato la soluzione. Non c’era un software in grado di fare quello che avevo in mente, quindi Mastro ha allineato due computer uno per il video e uno per l’audio ed è riuscito a farli lavorare sincronizzati. Non è stato un software a darci l’idea, ma il software è arrivato dopo la nascita dei Frank Sent Us.

Mastro: Appena abbiamo trovato il modo di fare quello che avevamo in mente con due computer accroccati, ci siamo complicati la vita.
Abbiamo aggiunto una chitarra elettrica, poi Frenetik Beat che è il suonatore di elettroniche varie e Orange che è il suonatore di basso a pedali.

Orange: Che cosa è il basso a pedali, vi chiederete. Ecco il basso a pedali richiede un grosso e lungo allenamento in bici (unico mezzo di locomozione del bassista Orange, appunto). Poi richiede dei pedali Moog, quelli grassi e sugosi (e cogliamo l’occasione per ringraziare Midiware dei pedali Moog). Basta aggiungere un bassista psichedelico, selvaggio e festaiolo incallito e si ottiene il basso a pedali, ovvero uno strumento che diventa un synth, o un sub o un basso grunge a seconda del momento.

Frank Sandrello: Ecco così è nato il nostro genere musicale che potremmo definire “Audio-Visual and Rock’n’Roll”: siamo una band più o meno normale, con chitarra, basso e batteria (tutto rigorosamente elettronico ed elettrificato) ma che al posto del cantante ha “un tizio” che suona un campionatore, nel quale mettiamo dei pezzi di film veri e propri. Una volta Fight Club, un’altra un cazzottone di un film western di Sergio Leone…

Cosa ci preserva questo nuovo ep dal nome che richiama i party epici alla John Belushi?

Frenetik Beat: Per come sono nati i Frank Sent Us, cioè da un’idea che ancora non c’era, ogni nostro pezzo contiene un piccolo passo per la sperimentazione, ma un grosso passo nella storia del party hard. Ci piace provare a fare cose sempre diverse e spesso con cantanti e musicisti diversi. Il prossimo EP sarà zeppo di collaborazioni e di divertimento audio-visual. Dopo il singolo uscito da pochissimo Chameleons, scritto con gli About Wayne, nell’ep ci sarà un pezzo scritto con Digi G’Alessio, uno con la collaborazione di Stefano di Battista, uno con quei fatti bene dei Reset! con i quali siamo in tour al momento e poi qualche altra sorpresa che però non possiamo raccontare, comunque saranno collaborazioni epiche con musicisti animaleschi almeno quanto noi.

Come si sta evolvendo il mercato musicale dal vostro punto di vista e quali pensate che siano le basi per un suo degno futuro?

Mastro: Onestamente non ci interessa, non seguiamo il mercato musicale e le sue evoluzioni. Il nostro è uno show, un carrozzone che non ha la sua terminazione in un disco o in un album, ma proprio nello show dal vivo. Vendiamo uno show non dischi. Comunque a quanto dice Albertone al bar, dice che il mercato musicale va proprio male.

Quanto è importante la capacità di mutare in questo momento storico della nostra civiltà e così’ nella musica e le arti performative?
Orange: Tantissimo, per prevenire la noia.
Frenetik Beat: Essenziale alla creatività.

Il vostro è un progetto con un impatto visuale di un certo tipo e spesso quando si parla di immagine si parla di apparire e comparire. Per ciò’ che riguarda il lifestyle, il vostro modo di vestire e anche lo stile con cui vivete, qual’ è l’immaginario a cui vi rifate con maggior affetto?

Frank Sandrello: Siamo rockettari brutali nell’animo e anche nel life style. Ognuno di noi ha un suo background di riferimento nel vestire, ma anche culturale e poi abbiamo tanti punti di contatto. In linea di massima per noi jeans, t-shirt, giacca di pelle e sneakers (di un certo livello) van bene per tutto. Poi chiaramente, la nostre felpa bianca di scena, esclusiva per i live dei Frank Sent Us.

Cosa prevedete per il futuro dei Frank, nel senso qual’ è il futuro tecnologico dei concept audio/visual o meglio, il dopo virtual featuring?

Orange: C’è un’idea che ci ronza in testa, ma ancora non abbiamo trovato il modo di realizzarla, ma ce la faremo. Insomma, si tratta di audio video bombing: arrivare in un posto, non per forza un locale, anche una piazza, una via del centro… arrivare, dicevo, e installare schermi e impianto audio in pochi minuti e iniziare il nostro show, in mezzo alla strada, per tutti.

Dove è possibile venirvi a sentire/vedere nei prossimi tempi e quali date aspettate con maggior ansia?

FSU: Ora l’ansia maggiore ce la sta dando il 3D Ceres tour, perchè per contratto dobbiamo bere un tot di litri di Ceres a data. Come immagini, la prima data va bene, ma siccome le date sono nove, all’ultima data saremo diventati dei tossici di Ceres. Comunque ci potete venire a sentire e vedere nelle date del tour Ceres con gli amici di Reset!, oppure date un’occhiata al nostro sito o al nostro Facebook per sapere dove suoniamo.

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