Abolita la storia dell’arte in Italia: intervista a Paolo “Ottokin” Campana

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E’ l’autore di quello che può già essere considerato il post più condiviso (e provocatorio) dell’anno: si chiama Paolo Campana, in arte “Ottokin”.
L’ho incontrato per scoprire come nasce un articolo virale e, soprattutto, per chiedergli:
ma allora, Paolo, la storia dell’arte verrà abolita o no?

Assolutamente SI, dopo il nostro articolo e le polemiche scaturite dal mio post, il Ministro stesso si è impegnata per togliere definitivamente anche le poche ore di Storia dell’Arte rimaste, in modo da non fare figlie e figliastri. E’ giusto che in nessuna scuola si studi più la Storia dell’Arte! Sarebbe una risorsa troppo grande per questo paese.

Ovviamente SCHERZO, ma partiamo dall’assurdo, il mio post era in parte provocatorio e in parte frutto di un’indignazione vera, figlia dei miei stessi studi, figlia del defunto Istituto d’Arte e dell’Accademia di Belle arti. Dal mio punto di vista (ed è di questo che si parlava in prima persona nel post) la storia dell’arte è già stata abolita anni fa dalla Gelmini. La mia arrabbiatura è montata quando poi scopri che malgrado tutti i partiti (tutti!) deridano la riforma Gelmini, quando si è trattato di metterci la più italica delle pezze e ristabilire le cose, si sono tirati indietro.

Il tuo articolo la scorsa settimana ha collezionato oltre 350.000 like e circa 1900 tweet. Non credo di aver esagerato presentandolo come il post più condiviso dell’anno. Raccontaci com’è diventato virale.

E’ diventato virale (credo) sostanzialmente per due motivi, il primo è per via delle immagini che ho costruito intorno al mio (personale) post: la ragazza con la fascia azzurra in testa deve aver colpito l’immaginario collettivo più di quanto mi aspettassi. L’altro motivo, credo, sia perché per una ragione o per l’altra devo aver toccato un nervo scoperto, la storia dell’arte, la scuola, il futuro culturale dei nostri figli, il lavoro… siamo in un periodo di grosse incertezze e il tema forse è più sentito di quello che non si creda.

Svelaci i tuoi tre segreti per creare un articolo di successo online.

Beh adesso però non posso svelarvi tutto, diciamo che la cosa principale credo sia stare sulla notizia ed affrontare tematiche interessanti, poi a volte ci prendi a volte no…

Martedì l’Espresso ha qui raccontato la vicenda del tuo “scoop” e lo ha definito una “semi-bufala”. Cosa ne pensi? 

Questa cosa mi ha lasciato un po’ perplesso, l’Espresso ha pubblicato tempo fa un articolo che mi è servito come fonte per alcuni dati.
Quindi non capisco, se il mio post era una mezza bufala la colpa è anche loro no?
Diciamo che l’Espresso forse ha perso l’occasione di proseguire sull’onda della notizia e ha preferito parlare di bufale online piuttosto che di cose serie. Mi chiedo da giorni: come mai tutti i partiti (e i giornali a loro vicini) che hanno votato NO a quell’emendamento si sono affrettati a dire che era una bufala?

Se dovessi distribuire le percentuali del successo del tuo post tra titolo, creatività grafica e corpo del testo, come le suddivideresti?

Nell’esatto ordine in cui le hai elencate tu, per il semplice motivo che in Italia siamo abituati a leggere poco e spesso ci si sofferma più sul titolo che sul resto, poi ovvio che la grafica ha aiutato molto a veicolare il tutto.

E’ più sfidante essere Blogger oggi o dieci anni fa? E tra dieci anni come sarà?

Ho aperto il blog nove anni fa come diario personale e mai avrei pensato che oggi avrei fatto questa intervista. Per il resto, se vuoi proprio saperlo, io so esattamente come sarà il mio blog fra dieci anni, ho tutto un piano nella mia mente, ma non voglio rovinarvi la sorpresa! Ci vediamo fra dieci anni. Arriveduàr!

 

Blog: www.bloggokin.it

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