Where the Wild Things Are: TARGA FLORIO

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Henry Ford disse che “Le corse automobilistiche sono nate 5 minuti dopo la produzione della seconda automobile”. E visto che le infrastrutture adeguate per ospitarle ancora non esistevano, le strade furono il palcoscenico perfetto. Al giorno d’oggi pensando alle “corse su strada” vengo alla mente auto variopinte,piene di gadget e guidate da personaggi forse un po’ ridicoli. Come nei film.
Le strade italiane però ospitarono per molti anni le gare automobilistiche su strada più famose al mondo: la Mille Miglia e la Targa Florio.

Nata grazie alla volontà e alla passione di un ricco palermitano,la Targa Florio divenne immediatamente una delle gare più dure del nascente panorama motoristico mondiale tanto da essere valida per il Mondiale Sport e GT dal 1953 al 1977. Dal 1906 le strade anguste e difficili della catena montuosa delle Madonie ospitò il tracciato,modificato nel corso degli anni per renderlo più sicuro.
Dal Grande circuito delle Madonie di 148km si passò al Piccolo circuito delle Madonie di “soli” 72km da ripetere per 8 giri. La sua versione definitiva.

Ma cosa rendeva la Targa Florio così speciale?
Innanzi tutto le strade. Strade che si snodavano per le montagne,collegando piccoli paesi che venivano attraversati da vetture di ogni sorta,guidate tanto da grandi piloti(Nuvolari,Varzi,Vaccarella,Merzario solo per citare gli italiani) quanto da semplici appassionati.
Vetture che le case costruttrici mettevano in mostra,mostrando i muscoli e celebrando una eventuale vittoria alla Targa come una vera e propria medaglia al valore. La migliore pubblicità possibile.
Abbandonata definitivamente nel 1977,come la Mille Miglia 20 anni prima, in seguito all’ennesimo gravissimo incidente che costó la vita a due spettatori la Targa divenne un semplice rally.

Cosa rimane quindi della Targa Florio?
Molto. Aneddoti di chi da bambino ha udito tra le montagne il grido rabbioso dei grossi V8 americani o il canto inconfondibile dei V12 italiani. E musei che grazie alla passione di privati,mantengono viva questa memoria.
Come il Museo Vincenzo Florio di Cerda situato nell’ex Motel Aurim di Palermo,storico quartier generale delle Alfa Romeo 33. Questi musei,assolutamente da visitare,svolgono il compito che Vincenzo Florio assegnó quasi un secolo fà:”Continuate la mia opera perché l’ho creata per sfidare il tempo”.
Compito che,nel nostro piccolo,abbiamo svolto anche noi.

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