La laguna, l’illuminismo e Vivaldi

di Valentina Malapuella Divitini

0

La fortuna del barocco musicale arriva all’inizio del 1900, quando la musica delle varie avanguardie diventa talmente noiosa e cervellotica da risvegliare l’interesse di musicologi e musicisti per il passato. In particolare in Italia, grazie agli sforzi del pianista e compositore Alfredo Casella, vengono riesumate e riportate in vita le musiche di Antonio Vivaldi.
Vivaldi stesso era stato un avanguardista, un grande innovatore: si deve a lui l’invenzione del concerto solista, la forma musicale in cui uno strumento solista dialoga con l’orchestra, a volte passando la frase musicale come fosse una palla e riprendendola al volo, altre volte contrapponendosi all’orchestra in modo antagonistico e facendo sfoggio di virtuosismo.

Vivaldi per l’esecuzione delle sue composizioni poteva disporre di musicisti di altissimo livello. Era infatti insegnante e compositore al Pio Ospedale della Pietà, un istituto di carità che raccoglieva le bambine indigenti e le orfanelle e le educava alla musica. Oltre a quello della Pietà esitevano altri tre Ospedali a Venezia nel ‘700 – quello degli Incurabili, quello dei Mendicanti e quello dei Derelitti – a volte anche in aperta concorrenza tra loro: questi istituti sono stati i primi Conservatori e le ragazze che ospitavano raggiungevano una padronanza tecnica impressionante, di cui sono rese testimonianze di svariati intellettuali dell’epoca.
Ma non è solo la disponibilità delle migliori musiciste e interpreti a rendere possibile l’innovazione di Vivaldi. Come un’antenna, il “Prete Rosso” capta diversi stimoli culturali e li condensa nella nascita del concerto solista.
Il contrappunto e i temi di fuga restano come elementi architettonici fondamentali: come la prospettiva nelle vedute di Canaletto, applicata con quel rigore scientifico che riflette nell’arte le idee dell’illuminismo che stavano negli stessi anni diffondendosi in Europa. L’illuminismo è però anche l’affermazione dell’individuo e la sua capacità di appropriarsi della realtà attraverso il ragionamento e la scienza: ecco quindi la necessità di far nascere il solista, che si contrappone e dialoga con l’orchestra-mondo, unendosi e distaccandosi a fasi alterne. E altalenanti sono anche gli umori nei diversi momenti dei concerti: Vivaldi non è quasi mai sereno, passa da movimenti di allegria frenetica e maniacale a malinconie lagunari profondissime e sconsolate. La luce che piove sulle sue architetture è la stessa luce argentea dei quadri di Tiepolo che mette in risalto ogni dettaglio e in questo modo anziché rendere la rappresentazione più reale paradossalmente la smaterializza, la disincarna.

I concerti di Vivaldi diventano allora un punto di equilibrio delicatissimo in cui si esprime tutta un’epoca: l’individuo contro il mondo, la ragione contro il sentimento, il contrappunto rigoroso contro il fraseggio libero delle cadenze. Un prete che a causa dell’asma non ha mai detto messa, nella repubblica dalla storia più peculiare dell’occidente, la ciclotimia come rappresentazione del sentimento, tra l’acqua dei canali e le grate dietro a cui si esibiscono celate le orfane della Pietà.

SUBSCRIBE
Unisciti alla nostra mailinglist, sai che vuoi farlo.