Il concetto di vuoto e di pieno potrebbe essere il leitmotiv di molte delle nostre esperienze, per non dire della vita stessa. Mi ricordo che anni fa nelle recensioni musicali questo concetto, nel quale si alternano all’interno di un brano momenti di (apparente) pacatezza a scatti furiosi, era una delle forme retoriche più utilizzate.
Credo sia abbastanza facile riconoscere questo tipo di situazione quando si tratta di suono, un po’ più difficile quando sono i nostri occhi (così tanto bombardati di illusioni e di messaggi veloci) a dover rivelare una situazione di quel tipo su un disegno.
Haejung Lee è un buon esempio sia dell’utilizzo dello spazio sia di come sbilanciare l’occhio e di giocare con il vuoto della pagina.