Sara Pavan è una fuoriclasse, in tutti i sensi. Disegna fumetti, realizza cover per libri e cd, produce lettering, cura mostre ed esposizioni, scrive, studia medicina, organizza eventi ai quali arriva lei stessa in ritardo. E difficilmente delude.
Frutto della provincia pordenonese che tanto ha dato al fumetto recente italiano, è una continua fucina di idee. E’ l’anima fondatrice del progetto Ernest, e sostenitrice da sempre dell’autoproduzione italiana. Non a caso, è appena uscito il suo primo libro: “Il potere sovversivo della carta: dieci anni di fumetti autoprodotti in Italia” (Agenzia X) nel quale intervista 12 protagonisti della scena indipendente, chiedendo loro com’era e com’è adesso il modo di fare “self comics”. Sara non ha un blog, ma potete seguirla in quello di Ernest, oppure sulla stessa pagina facebook del libro. (L’illustrazione in copertina non è sua, ma di Paper Resistance).
Quanto a fumetti… l’unico difetto di Sara è che produce davvero troppo poco. Ma quando lo fa, regala sempre delle perle narrative. Impossibile dimenticare la storia breve contenuta nell’antologia “Resistenze” (Sherwood e Beccogiallo) dove tratta con una semplicità disarmante il tema della sessualità tra i più giovani. Oppure prendiamo tra le mani l’ultimo minicomic prodotto per Ernest, dove il protagonista della storia non è il ragazzo incontrato in treno, bensì il suo femore (e qui lo studio della medicina e i continui viaggi verso Trieste diventano lo spunto per un fumetto davvero ben confezionato con un’originale punto di vista). Resta dunque una sola domanda da porsi: quale sarà la prossima mossa di Sara?