In volo…col Martini sulla giacca.

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Il segnale di: allacciate le cinture,
resta acceso per tutto il volo e la hostess nemmeno accenna a portarvi uno snack o welcome drink.
Non sei su un volo low-cost con un pilota tiranno, sei nel 2050 e qui…qui balla tutto.

 

 

 

Bruce Carmichael, direttore dell’Aviation Applications Program:
“il pericolo riguarda i danni alle persone, specialmente all’equipaggio, poiché gli assistenti di volo di solito non sono legati, potrebbero essere sballottati all’interno della cabina”.

Bret Jensen, portavoce della Boeing afferma:
“gli aerei sono progettati per resistere senza danni fino a forze di 2.5 G e a forze di 3.5 G prima di subire guasti strutturali”.

Che cosa accadrà nei cieli e durante i viaggi in aereo è presto detto, la frequenza delle turbolenze da moderata a grande si incrementerà di una percentuale compresa fra il 40 e il 170 per cento entro il 2050.
Anche il responsabile è presto detto, sono le emissioni di CO2 in atmosfera.

Ma andiamo con ordine.
La ricerca della University of Reading, che è stata pubblicata sulla rivista Nature Climate Change, evidenzia come l’aumento della CO2 in atmosfera alteri profondamente la stabilità delle correnti in quota.

La ripercussione sul nostro comfort durante i viaggi aerei non è l’unica conseguenza negativa, ci avviciniamo ormai inevitabilmente all’aumento di 2 gradi centigradi della temperatura media globale e di questo passo arriveremo ai 5. Già oggi le catastrofi naturali, piogge torrenziali, tornado e smottamenti sono la più immediata conseguenza dei danni che provocano i gas climalteranti, ma senza un freno, nemmeno l’arca di Noè sarà una speranza.

Lo zoom sull’ultimo secolo e la curva di Keeling dell’ultimo cinquantennio, mettono in luce il trend di aumento della concentrazione di CO2 atmosferica che l’ha portata dalle 280 ppmv (parti per milione in volume) dell’era preindustriale, alle attuali 368 ppmv.
In altri termini è l’attività dell’uomo che ha fatto schizzare in alto la concentrazione di CO2 nell’aria, con le conseguenze che vediamo da sotto un ombrello o al riparo con una protezione 50.

Tornando agli aerei, ahi loro, le turbolenze che affronteranno sono causate in buona parte anche da loro, dato il loro vorace consumo di combustibili fossili, e quindi, date le loro alte emissioni di gas climalteranti.

Orville Wright spiegò così il motivo per il quale un aereo vola: “l’aereo resta in aria perché non ha il tempo di cadere”.
Per non “avere il tempo di cadere”, un aereo, usa il carburante che pesa anche più del 70% del peso complessivo dell’aeromobile, ed è proprio questo carburante che provoca l’inquinamento.
Per superare le turbolenze serve più potenza, quindi più peso perchè più carburante, quindi più inquinamento.

Aspettando di vedere un aereo elettrico o magari lanciato da una gigantesca fionda, seguo l’esempio del mio professore di fisica del liceo (ndr il mitico prof. Fiorio): “…quando parlano di surriscaldamento globale, io esco con l’ombrello”.
Ah, e come si aspettava lui, attendo la tua risposta dopo le vacanze estive.

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