Movie Creative Contest | Un concorso per giovani sceneggiatori che unisce cinema e ricerca scientifica

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Condensare in una manciata di minuti il valore della ricerca scientifica, grazie al potere comunicativo della settima arte. È questo l’obiettivo del Movie Creative Contest, un concorso promosso dall’azienda biofarmaceutica Dompé in collaborazione con Good Short Films, il nuovo progetto di Good Films che coniuga cinema e social media, interamente dedicato al mondo del cortometraggio.

È nell’ottica di sfruttare l’indiscussa capacità del cinema di semplificare messaggi spesso complessi, rendendoli accessibili a un pubblico più ampio, che nasce l’insolito connubio di due mondi apparentemente distanti tra loro. Un accostamento che però vede, nel cinema come nella ricerca scientifica, un’analoga “capacità visionaria”.

Il cinema – racconta Nathalie Dompé, Responsabile della Corporate Social Responsibility di Dompé – può essere un formidabile strumento per veicolare al grande pubblico l’importanza e il coraggio alla base dell’impegno in ricerca”. Il contest, rivolto a sceneggiatori professionisti e a giovani appassionati di scrittura cinematografica tra i 18 e i 35 anni, si pone infatti l’obiettivo di rappresentare, attraverso l’immediatezza della macchina da presa, il claim “Sosteniamo la ricerca per un mondo migliore”.

Per partecipare l’unico requisito è di raccontare il mondo della ricerca scientifica con linguaggio e contenuto non convenzionali, in piena libertà artistica e interpretativa. Le sceneggiature dovranno essere inviate entro il 20 giugno.

Agli autori del soggetto vincitore, valutato da una giuria composta da volti noti del cinema – tra i quali il regista Edoardo Winspeare e l’attrice Alba Rohrwacher – andrà un premio di 5000 euro, oltre alla possibilità di veder nascere un cortometraggio basato sul proprio lavoro.
Non solo. Il Gruppo biofarmaceutico Dompé si impegna a supportare, in modo direttamente proporzionale al numero di sceneggiature ricevute, l’attività di ricerca sul diabete dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano.

Un’altra ottima ragione per “sostenere la ricerca”.

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