Andar per ombre #2 – Io, Barolo – La nuit

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Eccoci qui con il secondo appuntamento dedicato al mondo di Bacco. Questa settimana ci spostiamo in Piemonte per parlarvi del re dei vini o il vino dei re: il Barolo. Sabato 14 Giugno si festeggerà l’annata 2010 in occasione dell’evento Io, Barolo – La nuit che dalle 18:30 alle 24 nella meravigliosa cornice del Castello di Roddi (Cuneo) attirerà operatori e appassionati per incredibili degustazioni. Qui trovate tutte le informazioni che vi servono.

Il Barolo è una DOCG del Piemonte, siamo in provincia di Cuneo, nei vari comuni di Barolo, Novello, Verduno, Monforte d’Alba, Grinzane Cavour, Roddi, La Morra, Diano d’Alba, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba ed in parte Cherasco.
Se parliamo di Barolo, parliamo ovviamente di nebbiolo, il vitigno utilizzato per questa straordinaria DOCG, un vitigno molto legato alla terra piemontese, che solo qui (e in Lombardia) riesce ad esprimersi al meglio.
Sentendo la parola barolo, si pensa subito a bottiglie da venerare, a calici dai colori rossi granati, a vini capaci di evolvere ed esprimersi nel tempo, anche oltre i 20 anni.

In realtà le linee di produzione sono diverse, anche il mondo del barolo non ha un solo colore: può dare il massimo nella sua versione più classica e tradizionale, con maturazione in botti grandi, con una partenza decisamente tannica che viene affidata all’opera magica del tempo; ma si possono trovare anche versioni dalla beva più immediata, generalmente maturate in botti piccole, che portano a risultati più morbidi.

Il Barolo è uno di quei vini che ispira con più facilità le descrizioni poetiche e barocche di certi sommelier (che molte volte esagerano pure); ma diciamocelo: in quel bicchiere si trova davvero un piccolo paradiso e per forza di cose le parole per descriverlo sfiorano la retorica. Come si fa a comunicare quello che la natura, l’uva, la storia e la sapienza umana creano in quel modo perfetto?
Devo essere sincera: quando sento cose del tipo “sella di cavallo sudato al galoppo” resto leggermente dubbiosa, ma vi assicuro che i sentori floreali come la rosa o la viola secca, quelli fruttati dei piccoli frutti da sottobosco, la liquirizia, il tabacco, il pepe nero, il tartufo, il cuoio, il cioccolato li potete riconoscere e sentire davvero. E tutto questo esplode poi in bocca, avvolgendo ogni papilla in modo armonioso, persistente e con il giusto equilibrio tra sapidità e tannini.

Il Barolo, come tanti altri, è un vino che riattiva i sensi e che possiede una proprietà evocativa straordinaria. Non parlo di emozioni, perché ormai è un termine abusato e violentato da tante campagne pubblicitarie di cantine o relative al vino in generale e quando lo sento mi fa sorridere. Quando degusto un vino però immagino sempre una situazione, un luogo o dei cibi. E cosa ci si dovrebbe immaginare quando si pensa al Barolo?

Mi immagino una bella passeggiata tra le geometrie superbe delle viti disegnate sui crinali, mi immagino una cena, seduta ad una tavolo di legno antico con piatti tartufati, brasati, carni rosse o filetto al pepe, formaggi stagionati come il Castelmagno o semplicemente un bel calice dopo cena davanti al camino. Mmm…forse anche queste sono emozioni. Non so.
Ps: io il Barolo lo bevo anche il 15 d’Agosto.

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