Where the Wild Things Are: Spa Francorchamps

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Quando si pensa alle Ardenne la prima cosa che salta alla mente sono freddi boschi innevati, teatro di una delle battaglie più dure della Seconda Guerra Mondiale.
Questa boscosa parte del Belgio fortunatamente non é solo questo, é la casa di una delle piste più belle, tecniche, pericolose e difficili del mondo : Spa – Francorchamps.

La prima tracciatura di quasi 15km venne effettuata agli inizi degli anni ’20 seguendo l’idea, come spesso accadeva per i neonati circuiti di quegli anni, di persone appassionate di veicoli a motore. Jules de Thehir e il presidente del R.A.C.B (Royal Automobile Club Belgium) Henri Langlois Van Ophem altro non fecero che unire strade adibite alla circolazione ordinaria tra i comuni di Malmedy, Stavelot, Spa e Francorchamps.
L’intento che li animó fu chiaro sin dal principio, creare una pista velocissima e molto impegnativa.
Il tracciato dalla curiosa forma triangolare ospitó nel 1922 la prima gara mentre, solamente due anni più tardi, si corse la prima 24 Ore.

La prima sostanziale e decisamente fortunata modifica al tracciato, sempre con l’intento da parte degli organizzatori di rendere la pista sempre più impegnativa, avvenne alla fine degli anni ’30 con la creazione del Radillon.
Eliminando il tornante nel comune di Stavelot, venne creata una bretella di raccordo tra il tornante della Sourse e il lungo rettilineo del Kemmel dando cosi’ vita ad uno dei punti più amati e temuti dai piloti e dagli appassionati di automobilismo di tutti i tempi.

All’uscita della Sourse la vertiginosa picchiata dell’Eau Rouge (nome del fiume che scorre al di sotto della curva) porta all’altrettanto vertiginosa compressione e salita del Radillon, un velocissimo sinistra-destra-sinistra da effettuare in pieno. In apnea.
Alla fine della seconda guerra mondiale altre piccole modifiche alla sede stradale accorciarono ulteriormente il tracciato portandolo alla lunghezza di 14km.
Spa – Francorchamps arrivó così agli anni ’50 quando il neonato campionato di F1 fece la prima apparizione tra i boschi delle Ardenne.

Non fu solo la F1 a rendere Spa una leggenda. La 1000km riservata ai prototipi e soprattutto la famigerata 24 Ore riservata alle vetture turismo erano e sono tutt’oggi appuntamenti irrinunciabili per gli appassionati di tutto il mondo.
Gli anni ’70 furono secondo molti l’apice di Spa. Fu infatti in quel periodo che il circus della F1 preferí trasferisi, Jacky Stewart in primis, su tracciati meno pericolosi come Nivelles o Zolder. I prototipi e le turismo invece continuarono a darsi battaglia sui velocissimi saliscendi belgi, scrivendo pagine memorabili e molte volte tragiche dell’automobilismo.

La 24 Ore per le Turismo é forse la competizione che meglio descrive il fascino di Spa. Affrontare con il buio l’Eau Rouge-Radillon o lunghissimo rettilineo nel centro abitato di Masta era cosa da uomini veri.
“Si poteva vedere cosa c’era per cena se le finestre erano aperte, tanto passavamo vicini alle case…” Sono battute come questa che raccontano meglio di mille parole la vera anima di Spa e di chi ci ha corso.
Il tempo passa per tutti e nel 1979, la richiesta sempre più pressante di sicurezza negli autodromi, portó all’ammodernamento del tracciato. La lunghezza passó da 14 agli attuali e definitivi 7km.
Grazie alle megliorie effettuate anche la F1 tornó in pianta stabile.
Dall’85 ad oggi il tracciato ha subito fortunatamente solo lavori di ampliamento delle vie di fuga in seguito alla scomparsa di Stefan Bellof, proprio al Radillon.
Questa é Spa. Punto.

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