C’erano una volta le tele dei pittori, che venivano dipinte per raffigurare un ritratto, paesaggi o soggetti astratti. In realtà ancora oggi ci sono le tele, ma c’è un’altra cosa che, seppure con qualche differenza, viene utilizzato allo stesso modo. Parliamo dei tessuti, che come e oltre alla tela, vengono dipinti a mano dai designer proprio come fossero quadri, non più da attaccare al muro e da esporre, ma da indossare ed esibire in modo dinamico.
Satu Maaranen nella sua collezione SS2015 “Geometry of Futurefolk” ha saputo creare proprio questo: abiti prodotti con tessuti naturali, dipinti a mano come vere opere d’arte. C’è un evidente riferimento agli stilisti Pierre Cardin e André Courrèges, entrambi ispirati dall’era spaziale e dalla modernità più algida, ma ci sono anche stampe digitali di natura, come granito o legno bianco, che vengono ulteriormente sovrapposte a stampe espressionistiche realizzate a mano, o a ricami.
La stilista gioca con i contrasti di naturale e artificiale, di passato, presente e futuro, di personale e collettivo. C’è infatti contrasto tra la ricerca di finiture tradizionali legate alla terra natale della designer scandinava e i modelli divisi tra pret-a-portèr e couture, ma anche tra questi elementi e i riferimenti tanto agli anni ’60 quanto al barocco. Tutte queste tensioni vengono armonizzate dall’evidente scelta di rendere il tessuto, punto focale di tutta la collezione. Diplomata nel 2012, vincitrice di numerosi premi come l’Hyères Fashion Festival, è già stata pubblicata in molti giornali internazionali, uno su tutti Vogue. Satu Maaranen resta una delle designer da tenere sott’occhio.