E poi c’è Antonio Marras. E la sua Carolina Rama.

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Ci sono donne per cui si perde la testa, ci sono altre donne invece di cui ci si innamora. Succede anche agli stilisti. Questi ultimi sono amori silenziosi, carichi di rispetto e ammirazione, che non toccano ma sfiorano l’anima che sta sotto i vestiti che loro stessi creano. Ci sono gli altri stilisti che ragionano e lavorano per archetipi femminili, e poi c’è Antonio Marras.

L’ultima collezione SS2015 dello stilista sardo racconta di amore, contemplazione e meraviglia nei confronti di un’arte delle più enigmatiche del Novecento italiano. Lei è Carol Rama, 96 anni, e di lei e della sua arte si innamora qualche anno fa Marras. È un amore intellettuale per Carol, una donna forte, dura che nella sua arte unisce rabbia e genio. Le sue opere sono pregne di simboli, iconografie oniriche e colori vivissimi, come lo sono gli abiti di Marras che crea una collezione-omaggio – in parallelo a una mostra nel suo atelier-showroom, “Carolina mia Carolina”, a cura di Francesca Alfano Miglietti e Alessandra Wetzel – sulla quale ricama fiori, onde, plissè, occhi, mani, ruote di biciclette e feticci provenienti direttamente dai dipinti dell’artista torinese. La Carolina di Marras – la sua Carolina – è un’esplosione di colori e vita, che fa trasparire solo in un accenno l’altra faccia dell’artista che affascina per la sua malinconia tormentata e per la rabbia che i suoi stessi quadri comunicano. “La bellezza è vicina all’intelligenza”, aveva detto una volta Carol Rama, e solo Marras con quella sua consueta intelligenza sartoriale può continuare a scrivere la storia della moda con la delicatezza e la meraviglia che lo distingue da tutti gli ‘altri’.

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