FRIEZE fa scuola a Londra

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A Londra si sa, tira tutta un’altra aria. Mettete da parte solamente per questa settimana la nostra povera Italia dove le mostre a Palazzo Reale vengono osannate ma gli artisti contemporanei non vedono una lira, e nemmeno una parete, e prendiamo un aereo – virtuale – oltre manica: oggi apre i battenti FRIEZE ART FAIR nella capitale inglese. Per gli addetti ai lavori, ma anche per tutti gli altri, si tratta di uno degli appuntamenti immancabili internazionali per l’arte contemporanea, quella vera, dei giovanissimi ma anche di coloro che hanno aperto la strada al concetto di contemporaneo; proprio a questi ultimi sembra essere dedicata l’edizione 2014: “dopo il boom dell’arte post-internet – racconta Matthew Slotover, fondatore di Frieze, a Corriere La Lettura – Frieze sta investendo molto sulla riscoperta di maestri del passato, oggi anziani o defunti, che hanno lavorato nell’ombra negli anni Sessanta e Settanta. Come Robert Breer, scomparso nel 2011, di cui riproporremo i Galleggianti nella sezione Live. E Franz Erhard Walther, settantacinquenne pioniere dell’approccio interattivo”.

Vecchi nuovi e nuovi nuovi, saranno tutti protagonisti in una Londra che non si limita a rinchiudere l’arte tra le pareti fieristiche ma coinvolge ogni street: gli eventi, le attività e le mostre satellite alla fiera mandano in tilt la città. Ingresso gratuito al Victoria & Albert Museum con una retrospettiva sulle avanguardie russe, affiancata dagli appuntamenti con Constable e Horst, McWQueen alla Thomas Dane Gallery, le sculture di Karla Black alla Mondern Art. Ancora: una collettiva – Mirrorcity – alla Hayward Gallery che porta opere inedite di McNally, Marten, Sinsel, Hiller e Dean, al Museum of London arriva il mito di Sherlock Holmes, mentre il British Museum punta sul sicuro con Rembrandt; alla Tate Modern troverete Richard Tuttle mentre Cerith Wyn Evans inaugura nello zoo di Londra una performance e un lavoro dedicati agli animali, Mark Wallinger, vincitore del Turner, ricrea invece lo studio londinese di Sigmund Freud.

E l’arte italiana sig. Slotover? “La vostra cultura – risponde sempre a Corriere La Lettura – che conosco bene, è estremamente individualista e questo è un gran bene per l’arte. Ma la situazione politica non aiuta. I vostri governi non danno una lira agli artisti, però vogliono mettere bocca su mostre e nomine di direttori di museo. Per fortuna l’Italia è anche la patria di straordinari collezionisti, i mecenati dell’era moderna grazie alle loro fondazioni: il futuro”. Sveglia, Italietta, c’è tutto da imparare: 160 gallerie, 25 paesi, nuove sezioni quali Live e Focus, che affiancano le già esistenti Frieze Projects, Frieze Film, Frieze Sculpture Park e Frieze Talk, oltre a Frieze Masters con altre 120 gallerie.

www.frieze.com

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