VISVIM MESA MOC-FOLK COLLECTION

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Forse una mia ossessione o forse oggettivamente indiscutibile, è che l’estro dei designer giapponesi colpisce davvero in maniera marcata. Questa volta bussiamo alla porta del ryokan di Tokyo e troviamo proprio lui, Hiroki Nakamura. Dopo aver lavorato per 8 anni in Burton, nel 2000 da vita a uno dei brand più rappresentativi dell’high end street non solo giapponese, ovvero visvim. Grazie alle sue esperienze di vita in giro per il mondo e dei suoi studi, il brand ne è la sua immagine riflessa, dove diverse culture e stili si fondono e convivono. Quindi  da un lato Il vintage americano e gli abiti del periodo giapponese Edo, il workwear francese, piuttosto che il patchwork Amish, fino ad arrivare al Native American e alla cultura della tribù finnica Sami. Introduzione necessaria per parlare di questa ultima creatura di Mr Nakamura. La silhouette del mocassino rappresenta di certo un suo staple, e nella versione mid viene esaltata ancora di più tutta la sua bravura. La costruzione, neanche a dirlo maniacale, sia nell’uso dei materiali qualitativamente al top, sia nella cura del dettaglio, è uno dei maggiori punti di forza.  

Largo alla  pelle in colorway marrone chiaro e marrone scuro e all’elegantissimo suede girigio. Le cuciture, tutte rigorosamente a mano, avvolgono sia il puntale che il tallone, dove troviamo anche un rinforzo ottenuto con una parte in pelle sporgente. Sul lato la doppia fibbia in color ottone, abbellisce non poco questa shoes. La suola Vibram è quel link tra le contaminazioni folk e quel background sneaker che un giapponese non può non avere. Il piccolo tag posizionato sulla linguetta, quasi a non voler disturbare, conclude in bellezza questa sua nuova avventura. Se come si dice la qualità si paga, questa si paga davvero tanto. Aggiungo che visvim utilizza tinture naturali e specialmente nella linea  Folk, e che anche questo è un altro punto a favore, ma che inevitabilmente rende questo prodotto a volte davvero inaccessibile. Io in generale le visvim non le chiamo shoes ma “poesie”.

 

 

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