Tutti i futuri del mondo: welcome back Biennale di Venezia

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Il 9 maggio ha aperto i battenti (per tutti) la 56 Esposizione Internazionale d’Arte, per tutti la Biennale di Venezia.

Biennale VeneziaLe prime foto preview le potete vedere qui, ma ecco anche le info utili per gli art meno addicted e per chi vuole andarci a curiosare una domenica dei prossimi mesi (dura fino al 22 Novembre 2015!):

L’edizione di quest’anno si intitola All the World’s Futures ed è stata curata dal critico d’arte e scrittore nigeriano Okwui Enwezor, che è direttore della Haus der Kunst di Monaco di Baviera.

L’esposizione di quest’anno è formata da un unico percorso espositivo che si articola dal Padiglione Centrale ( presso i Giardini) all’Arsenale, con 136 artisti esposti dei quali 89 presenti per la prima volta, provenienti da 53 paesi.

Biennale Venezia

Welcome to Grenada, Mauritius, Mongolia, Repubblica del Mozambico e Repubblica delle Seychelles che fanno il loro battesimo in Biennale e il Vaticano ancora presente per il secondo anno, perché l’arte è patrimonio di tutti. Per quanto riguarda invece il Padiglione Italia, la vicenda oltre che più lunga è anche parecchio discussa (come sempre, d’altronde). Quest’anno porta il titolo di ‘Codice Italia’ e la firma di Vincenzo Trione e presenta una quindicina di artisti. C’è chi dice che sono sempre quelli, poca contemporaneità stretta, poco rischio, tanto orgoglio ammuffito. Il tema è quello del confronto sempre vivo con la storia e tra i presenti: Jannis Kounellis, Mimmo Paladino e Nino Longobardi a testimoniare l’esperienza di Arte Povera e Transavanguardia; Claudio Parmiggiani e Paolo Gioli, grandi isolati, in compagnia di Antonio Biasiucci, Giuseppe Caccavale e Andrea Aquilanti. Aldo Tambellini ad eredità delle neoavanguardie del dopoguerra. Ultime generazioni rispondono al nome di Alis/Filliol, Francesco Barocco, Marzia Migliora, Luca Monterastelli, Nicola Samorì e Vanessa Beecroft. Molti di voi conosceranno poco o niente, ma forse, sì, era il caso di rischiare di più.

Da tenere d’occhio: quel particolare tendenza, non resa celebre dai critici, degli “artivisti”, ovvero coloro che da un capo all’altro del mondo uniscono la libertà di espressione alla responsabilità sociale, l’impegno per la giustizia all’obiettivo fotografico, alla voce, allo scalpello, al corpo, all’immaginazione.

‘Tutti i futuri del mondo’ sono le possibili vie di espressione a cui la creatività può dar vita. Infinite. Future. Libere. 

Biennale Venezia

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