Dirty Kapoor

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Se per caso la vostra calda estate prevede passaggi nella bella Versailles, questo è quello che dovete sapere: dal 9 giugno fino al prossimo primo novembre qui e là tra i giardini e il palazzo sono esposte le opere di Anish Kapoor. Sono enormi, non vi possono scappare.
Lui è lo scultore britannico nato in India nel ’54 ma da una vita a Londra, parecchio celebre nell’Olimpo dell’arte contemporanea.
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L’esposizione invece segue quelle degli anni passati di Jeff Koons, Takashi Murakami, Lee Ufan e Giuseppe Penone, ed è dedicata al trecentesimo anniversario della morte di Luigi XIV, il cosiddetto Re Sole.
Come ogni artista che si rispetti, anche Kapoor – più che altro le sue opere – ha fatto parlare di sè.
Polemiche aperte dunque, successo dell’esposizione assicurato.
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Al centro delle polemiche due opere: la prima, l’installazione dentro la Sala della Pallacorda, dove nel 1789 ebbe luogo il famoso “Giuramento della Pallacorda” che si compone di un muro sporco di sangue e brandelli di carne sparati da un cannone. Quanto simbolica è la sala che la ospita tanto simbolico è il significato dell’opera che vuole far riflettere sulla violenza nel mondo di oggi.
La seconda ha fatto un po’ più scalpore: si tratta di un grosso corno in acciaio che sbuca dal terreno e si affaccia direttamente sul palazzo e apre ad un tunnel rosso sangue. La monumentale scultura, in netta opposizione con le linee geometriche del palazzo, È intitolata Dirty Corner come «la vagina della regina». Il sindaco di Versailles su Twitter stigmatizza la cosa definendolo “uno scivolone”, Kapoor risponde che l’obiettivo era quello di «sovvertire l’equilibrio e accogliere il caos». Non vi dobbiamo spiegare perché ha creato scompiglio vero? I francesi hanno fatto la figura dei (soliti) bigotti, e a noi Kapoor piace sempre così.
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