È la vita di chi sceglie l’Oceano

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Oggi se vi va vorrei raccontarvi una storia diversa. Niente vestiti, nessun designer sconosciuto, nessun consiglio per la domenica al museo. Oggi si va per mare. Vi avevo già raccontato delle ragazze SCA, le quattordici guerriere vestite di magenta che hanno girato il mondo nella regata con la R maiuscola, le ho incontrate di nuovo, anzi meglio, sono andata in barca con loro.

Loro ci sono scese da quella barca, dopo 8 mesi, 11 tappe, 38.739 miglia, 3 oceani e svariati mari. La VOR è arrivata al traguardo a Göteborg lo scorso 27 Giugno, proprio a casa delle svedesi Volvo e SCA, l’azienda che ha reso possibile l’avventura di queste ragazze, ma loro da quella barca non ci scenderanno mai. La VOR è finita e durante la prossima edizione non si formerà lo stesso equipaggio, ma la storie che hanno da raccontare rimarranno sempre a bordo della barca magenta.

 

 

Ci risalgono anche con noi, “ospiti speciali”, al Salone Nautico di Genova, fuori ci sono 25 nodi, issano le vele con la tranquillità di chi sta andando a fare una pedalata in centro. La barca sbanda, tutti in falchetta, si entra in raffica “rulla con il timone, manterrai meglio la direzione senza perdere velocità” mi spiega Sally Barkow, che mi passa il timone.

Le emozioni di timonare un VOR 65 sono fortissime, e loro sono le migliori padrone di casa che si possono desiderare, sorridenti, disponibili ad insegnarti i loro segreti, felici di farti provare ciò che le tiene in vita, non le ha fatte dormire per infinite ore durante i giorni di tempesta, ha solcato i loro occhi e le loro mani.

 

October 01, 2015. Genoa Boat Show. ProAm 4 onboard Team SCA

 

“Perché fate questo?” Perché è la cosa che sanno fare meglio. Fare le lavatrici ora che sono a casa le diverte, fare la spesa con il proprio fidanzato anche di più, fino al prossimo imbarco ovviamente. Perché la routine non sanno nemmeno che aspetto abbia, ma sanno nel profondo che è nemica del tempo.

Ci affascinano perché sono diverse, forti e contrarie, cercano la calma nel mezzo della tempesta. Perché non c’è una costa che hanno già visto, non c’è un’onda che hanno già cavalcato, perché quella barca non è solo una barca, è la loro casa. Quel giorno proviamo sensazioni diverse: noi vorremmo essere loro, loro vorrebbero essere noi. La stanchezza infatti dopo tutti questi mesi si fa sentire, ma è il sorriso che non manca e gli occhi di chi vuole raccontarti la fiamma che le tiene in vita, non puoi non capire, non puoi non rischiare di scegliere l’oceano.

La prima volta che ti imbarchi – scriveva Izzo – è importante quanto la prima ragazza con cui sei andato a letto. Se non di più. La stessa paura. La stessa vertigine. Tranne che di quell’amore, non appena lasciato il porto, sai che non te ne libererai mai più. 

 

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