Il progetto del nuovo Tribunale Penale Federale svizzero ha visto la collaborazione tra più studi di architettura. I grigionesi Bearth & Deplazes Architekten e i ticinesi Durisch + Nolli Architetti si sono occupati del progetto complessivo consistente nella ristrutturazione e ampliamento del corpo centrale dell’ex Scuola Cantonale di Commercio di Viale Franscini, edificio neoclassico di fine Ottocento.
L’intervento è connotato da una forte simmetria: dall’atrio di ingresso, ospitato nell’edificio preesistente, si accede alle due aule di udienza oltre le quali c’è la sala centrale. C’è una connotata predominanza del bianco: pareti lisce e rigorose per le facciate esterne, dove spicca la porzione con partito architettonico neoclassico; così come lisce sono le pareti degli spazi interni che conducono alla scoperta del nucleo centrale dove ci si ritrova coperti da inaspettate cupole tronco piramidali cesellate.
Queste sono opera dello studio Gramazio Kohler Architects, realtà elvetica specializzata nell’applicazione di tecnologie digitali all’architettura che conduce ricerche presso il Politecnico Federale di Zurigo, dove i soci sono docenti della cattedra di Architettura e Fabbricazione digitale.
Le quattro coperture tronco piramidali culminano con dei lucernari che, grazie a un’illuminazione naturale radente, fanno risaltare ancor più la modellazione di queste superfici capaci di riportare alla memoria decorazioni floreali di stile barocco. La morfologia dei pannelli, oltre ad avere un indubbio impatto estetico, risponde anche a motivi funzionali e di comfort ambientale. Infatti permettono di ottenere un’ottima acustica eliminando rischi di riverbero, nonostante le aule siano finite con materiali che riflettono l’onda sonora. Inoltre i pannelli sono parte integrante della struttura delle cupole: la loro genesi parametrica garantisce un’ottimizzazione della materia impiegata (calcestruzzo con armatura interna), senza compromettere la stabilità dell’intero complesso.
Le singole facce delle coperture sono composte da 15 pannelli triangolari suddivisi in soli tre tipi che però, grazie alla loro composizione alternata, non fanno percepire alcuna predominanza decorativa. Ciò permette anche un’ottimizzazione degli strumenti usati per la loro realizzazione: infatti sono solo 3 le matrici in poliuretano rinforzato, ottenute dal modello positivo in Ureol fresato, nelle quali è gettato il calcestruzzo.
Questo è un eccezionale esempio del potenziale che ha la programmazione digitale quando è impiegata nell’architettura e nel processo di costruzione: essa è capace di creare un ponte tra uomo e natura grazie alla generazione di forme organiche sottese da algoritmi e input che, se non elaborati, sono solo freddi dati.