Il 2016 si apre sotto i migliori auspici: Christo è tornato. No, non quello dei pani e dei pesci, il fratello minore con l’H, quello che impacchetta cose e monumenti. E udite udite, l’artista bulgaro portanome più conosciuto della Land Art, torna in Italia dopo 40 anni: a giugno 2016, per 16 giorni, con un progetto che ”ha origini lontane”, nato con la moglie Jean Claude deceduta nel 2009 ma realizzato in soli due anni.
Il progetto si chiamerà “The Floating Piers” e sì, c’è lo zampino di Germano Celant, il curatore più visionario che abbiamo sul suolo italiano. Di cosa si tratta? Se cercate nel titolo troverete le risposte: un ponte di 3 km grande, fluttuante, rivestito di un tessuto che collegherà isole e terraferma con passarelle fissate sul fondale con 200 ancore. Dove? Sul lago di Iseo. L’installazione collegherà Sulzano a Monte Isola con questo tessuto giallo colore del sole che coprirà circa 70mila metri quadrati, e con 200mila cubi in polietilene ad alta densità, un materiale ad alta resistenza all’acqua, agli agenti chimici e alle soluzioni saline e acide, perfetto per questo tipo di progetto.
Christo, lo sappiamo, ama fare le cose in grande ed anche questa volta darà un nuovo volto e una nuova vita al lago italiano che per 16 giorni oltre che navigabile diventerà ‘camminabile’. L’installazione ha infatti l’obiettivo di creare una passeggiata di pontili galleggianti dove chiunque potrà fluttuare sul lago “facendosi cullare proprio dal movimento delle onde”, floating appunto.
Land Art? sì, ma non solo. Il progetto nasconde, ma non troppo, anche un grande principio di arte partecipativa. Stiamo dicendo che siete tutti invitati da Christo, se avete minimo 18 anni e fino ai 90, a dargli una mano, realizzando un cubo, tagliando e cucendo il lungo tappeto giallo o posizionando qualche ancora sul fondale.
Camminare sull’acqua. Un altro sogno avverato. Il fratello maggiore, quello senza H, ne sarebbe stato fiero.
