Gusto e creatività italiana a Berlino: il ristorante Bosco.

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Il sole comincia la sua discesa regalando un bellissimo tramonto sulla Sprea, le luci dei locali si accendono, le strade si animano di persone in cerca di un bel posticino dove bere qualcosa o cenare. Non potrebbero essere nel posto migliore: siamo nel quartiere più colorato e vivace di tutta Berlino, Kreuzberg, una griglia di strade costellate di locali di ogni genere e che offrono piatti dalle origini più svariate.

 

Dopo la costruzione del muro molti residenti lasciarono questa zona, che si ripopolò a partire dagli anni ’80 principalmente di persone provenienti da altri paesi, soprattutto dalla Turchia.
Kreuzberg diventò sinonimo di multicultura; costituendo l’humus adatto a far nascere numerosi movimenti culturali alternativi e underground e centro nevralgico della scena punk-rock, il quartiere rappresenta l’area più in fermento di tutta la città. Anche se il tessuto sociale negli ultimi anni sta cambiando, imborghesendo questa zona ad oggi molto ambita per risiederci.

 

All’incrocio di due strade di questo eclettico quartiere, sorge il ristorante Bosco, locale che mette in tavola piatti della tradizione italiana, ma con nuove interpretazioni in sintonia con il clima anticonformista del contesto che lo ospita. Nato dall’estro di un emiliano, Federico, e un romagnolo, Francesco, che a Berlino hanno realizzato il loro sogno.

 

Ristorante Bosco Berlino

 

Ciao Federico, a Berlino per caso o c’è un motivo in particolare?

Sono volato via dall’Italia circa 8 anni fa e sono approdato a Berlino per lavorare come fotografo e coltivare la passione per la musica elettronica. Insieme a Francesco costituimmo un gruppo, i Tiger Tiger!, io alla chitarra e arrangiatore, ma adesso non suoniamo più. Tra un impegno e un altro poi non mancava mai l’occasione di skateare.

 

Si capisce allora perché tu abbia scelto Berlino come meta; ma con Francesco come vi siete conosciuti?

Con Francesco, musicista nel tempo libero come me e condividendo la stessa passione, ci siamo conosciuti 10 anni fa a un festival di musica a Milano ed è stato colpo di fulmine. Adesso si trova in Italia per qualche giorno.

 

Ma soprattutto da dove è nata l’idea di lanciarvi nel mondo della ristorazione berlinese? E quando?

L’avventura è cominciata anni fa per gioco cucinando per gli amici a casa, preparando pasta fresca e piatti tipici, e poi offrendo servizio catering in occasione di eventi, ogni settimana praticamente, in una galleria d’arte a Prenzlauer Berg; cucinavamo live e facevamo anche il dj set. Serate talmente ben riuscite che abbiamo dovuto smettere di organizzarle per la troppa affluenza e il chiasso che ne veniva fuori; i vicini si lamentavano.
E’ diventata un’attività seria quattro anni fa, quando aprimmo un ristorante a nord di Berlino, una zona poco alla moda dove non c’erano altri esercizi simili, una vera e propria sfida. E poi un anno e mezzo fa le nostre sinergie si sono sintetizzate nel nuovo ristorante Bosco.

 

Ristorante Berlino Bosco

 

Una passione, quella della ristorazione, tramandata di generazione in generazione o è stata una tua personale inclinazione? E per Francesco?

Francesco è cuoco di professione ed è venuto qui a Berlino proprio per portare avanti questo mestiere; mentre io sono cresciuto tra i tavoli del ristorante di mio padre, una trattoria aperta da 35 anni a Bologna, davo una mano ai cuochi e nella gestione della sala.

 

Facendo un paragone fra la vita qui a Berlino e quella in Italia, qual è la differenza più evidente secondo te?

Dal punto di vista lavorativo è più facile cominciare un’attività a Berlino, anche se la situazione sta peggiorando adesso. Diciamo che si sta avvicinando all’Italia per costi e burocrazia, prima era più facile ottenere permessi; vigeva di più la “regola” vivi e lascia vivere.

 

Dando un’occhiata al menù, sembra di ripercorrere l’Italia da nord a sud, ma con un’attenzione agli ingredienti e ricercatezza che esula dalla consuetudine e tradizione. A cosa vi siete ispirati per i piatti che mettete in tavola?

Il menù varia a seconda del periodo, seguiamo molto la stagione e i piatti contengono prodotti che si fregiano di marchi di qualità, fatti arrivare dal paese di origine come ad esempio l’asparago selvatico della Sardegna. L’eterogeneità del menù è data anche dal fatto che in cucina ci sono cuochi di molte zone d’Italia. Oltre all’attenzione nella scelta dei prodotti, anche la preparazione e presentazione è accorta e creativa, ogni piatto nasce dal brainstorming di 4 teste diverse.

 

Bosco ristorante Berlino

 

Il locale è molto bello e accogliente, elementi moderni si mescolano armoniosamente ad altri appartenenti alla tradizione del nostro passato, con un occhio particolare riservato al dettaglio; un dettaglio sempre azzeccato fra l’altro, che mi fa intuire un tocco femminile. C’è lo zampino di una donna?

In effetti si, è merito della mia ragazza, Michela Picchi, è una interior designer e un’artista multidisciplinare, anche la tigre dipinta sulla parete è opera sua. La parte comunicativa invece è stata curata da un’altra ragazza, Margot Pandone, nostra amica.

 

Se le vostre intenzioni sono quelle di appagare le papille gustative iniziando già a gustarsi la portata attraverso gli occhi, qualità e creatività vengono servite al Bosco in Wrangelstr 42 10997, Berlino (mappa).

 

Guten Appetit!

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