Le Sette Montagne Magiche

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Tic Tac è l’ orologio dell’Estate che segna che le vacanze stanno (finalmente) arrivando. Magari quest’anno andate proprio in California o magari non avete ancora prenotato, ad ogni modo eccola qui la tappa da non perdere. A metà strada tra Los Angeles e Las Vegas, non lontano dall’Interstatale 15, la celebre autostrada che collega le due città, potreste trovare delle torri di massi fluorescenti: si tratta dell’ultima, magnifica, installazione di Ugo Rondinone “Seven Magic Mountains”. Le torri sono, lo si intuisce dal titolo, sette e sono formate da massi dipinti di colori fluorescenti, posizionati uno sopra l’altro a formare dei veri e propri totem.
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Siamo nel bel mezzo del deserto del Nevada e i totem dell’artista svizzero, supportato dall’Art Production Fund e dal Nevada Museum of Art, spiccano per 10 metri con tutta lo loro contemporanea solennità e si fanno portavoce della necessità di riconnettere il mondo contemporaneo alle origini dell’uomo.

 

Il messaggio non è nuovo nella poetica di Rondinone, anzi, possiamo dire che “Seven Magic Mountains” rappresenti il secondo capitolo di un discorso artistico che era iniziato con l’installazione “Human Nature”, datata 2013 e realizzata a New York nella centralissima Rockfeller Plaza dove l’artista posizionò nove, grandissime, figure in roccia.
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Alla presenza potente e fisica si aggiunge questa volta un flash cromatico che seduce lo sguardo prima di tutto e si infila in un secondo momento tra le radici dell’anima. La potenza del colore mescola gli stili, dà un respiro contemporaneo e reinterpreta la solida realtà fisica che caratterizza invece i totem senza tempo.

 

Il progetto vuole così far riflettere sul rapporto tra l’ambiente incontaminato – quello del Jean Dry Lake, luogo che negli anni ’60 ispirò Nine Nevada Depressions, le celebri incisioni sul terreno del land artist Michael Heizer – e il tocco dell’uomo che si percepisce, ad esempio, dalla vicida autostrada.
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«Seven Magic Mountains – racconta Rondinone – parla di confini e incroci, di isolamento e raccoglimento, di equilibrate meraviglie e colori eccessivi, della differenza tra il deserto e le luci della città. Seven Magic Mountains suscita continuità e solidarietà tra l’artificiale e il naturale, tra l’umanità e la natura».

 

E se quest’anno invece avete già prenotato per la Grecia, non preoccupatevi, ci sono altri due anni per organizzare il prossimo viaggio.

 

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