Può la letteratura prendere forma in immagini, lasciare un segno sorprendente sulla carta stampata e dare vita a un’opera d’arte nuova, fatta di colori sgargianti, acquarelli, xilografie, collage? A dirsi sembra impossibile, ma esiste un modo per scoprire come questo possa diventare realtà. Fino al 4 settembre le sale espositive del Museo del Novecento a Milano ospitano una mostra imperdibile per chi è appassionato di letteratura, di arte, di disegno, di creatività. Imperdibile per tutti coloro che sono curiosi di immergersi in un mondo di figure e colori, dove le parole che compongono alcuni dei più grandi classici della storia della letteratura italiana e internazionale possono trasformarsi in vere e proprie opere d’arte disegnate.
“L’atteggiamento […] deve essere quello di trovare nel testo qualcosa di nuovo, qualcosa che può sollecitare a fare un disegno che sia comunque sorprendente per chi lo guarda e soprattutto che possa dare una lettura diversa alla pagina stessa”. Con questa frase si apre “Disegnare le Parole”, l’ampia monografica dedicata al pittore italiano Mimmo Paladino, un “pittore prestato alla letteratura” come lui stesso si definisce, noto e apprezzato anche nel panorama internazionale.
L’interno della mostra dedicata a Mimmo Paladino
Il percorso, affascinante e approfondito con cura, ospita un vastissimo numero di opere dell’artista, nelle quali si scorge il suo rapporto profondo e unico con i testi da lui letti e reinterpretati graficamente nel corso degli anni. Perché proprio di reinterpretazione grafica si tratta: i disegni di Mimmo Paladino non si limitano a illustrare il testo, si fondono con la pagina scritta e ne diventano parte integrante, per convertire in immagine il potere evocativo delle parole.
Si parte da Dante e dalla sua Divina Commedia, al centro degli studi più recenti di Paladino. Risalgono infatti al 2015 – dopo l’illustrazione del 2011 dell’edizione promossa dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani – i 33 Fogli Danteschi, un’installazione di ferro e carta ispirata all’Inferno, dove l’osservatore è invitato ad addentrarsi proprio come se dovesse muoversi e districarsi nel labirinto conoscitivo del poema del padre della lingua italiana.
Philobiblon – xilografia su carta Alcantara
33 Fogli Danteschi
Si è poi catturati dai bagliori dorati dell’Ulisse di James Joyce, ci si spinge nell’officina dell’artista con le matrici xilografiche del Philobiblon, per arrivare ad ammirare i colori chiari, vivaci e dinamici degli acquarelli del Don Chisciotte, dei collage del capolavoro di Cesare Pavese La Luna e i Falò.
La luna e i falò – acquerello su tela
Don Chisciotte, La fantasia gli si riempiva di tutto quel che leggeva sui libri – acquerello su tela
Ulisse, Nestor – acquaforte, acquatinta, foglia d’oro su carta
Ogni immagine si accompagna a un frammento di testo, ogni testo prende vita in una forma nuova ed evocativa: per la prima volta sono i disegni a descrivere le parole. Una mostra da vedere, per provare a leggere guardando.