L’arte si fa in 3D

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2D e 3D: due tecniche di espressione artistica. La mia mente, composta di due elementi quanto a ragionamento, ha sempre sviluppato l’idea di due forme di immagini: le bidimensionali, cioè quelle classiche che vedi stampate su carta o riprodotte su uno schermo (piatto), e quelle tridimensionali. Affrontare il tema del 3D non è semplice. Molti lo considerano un fenomeno passeggero, nato per contrastare la carente presenza nelle sale cinematografiche, spiegata dal sempre più ampio e differenziato palinsensto della televisione. Molti film proiettati al cinema sono quasi tutti in 3D e anche la tv si sta adeguando alle immagini tridimensionali. Dicono sia una tecnica facilmente superabile, visti anche gli elevati costi di produzione. Ma il 3D continua ad affascinare.

 

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‘Attraverso i muri di bruma’ è, per esempio, un lavoro site-specific del coreografo Billy Cowie, realizzato per gli spazi milanesi della Fondazione Prada, che allude alla dimensione crepuscolare che caratterizza la danza in 3D, una forma artistica che l’autore ha sviluppato a partire dal 2002. Da mercoledì 28 a venerdì 30 settembre, undici danzatori neo-diplomatisi esibiranno in performance serali e aperte al pubblico (su prenotazione).

“Come ho scritto nel mio libro Anarchic Dance (edito da Routledge nel 2006), la scatola nera d’ordinanza che fa da sfondo a tanti spettacoli è piatta, non solo in termini visivi, ma anche fisici. L’ovvia risposta all’onnipresente scatola nera è un lavoro site-specific, in cui il coreografo può sfruttare la dimensione verticale – scale, balconate, piani inclinati, e così via – in modo che l’opera sia permeata da una varietà di contesti visivamente interessanti”. Queste parole sembrano scritte appositamente per descrivere gli ambienti della Fondazione Prada che, in effetti, offrono un’ampia tipologia di spazi e trame visive: acciaio, pietra, oro, alberi, specchi…”. Secondo questo pensiero gli spettatori,  “al posto di essere degli ostaggi passivi, diventano degli esploratori alla ricerca del migliore punto di vista, in perenne movimento con i danzatori, liberi di andarsene quando sono stanchi o di ritornare quando lo desiderano, di essere accompagnati dai propri amici, di conversare con loro”.

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In contemporanea, e precisamente il 30 settembre, inaugura una mostra fotografica dal titolo ‘Basilicata: Another Dimension – Il racconto della Basilicata in 3D’ – hashtag #BasADim, parte conclusiva di un progetto, durato quasi un anno, di valorizzazione del territorio lucano e delle sue eccellenze, promosso da Confindustria Basilicata con la partnership unica di Eni e il supporto operativo e creativo dalla società di cineproduzione Can’t Forget Italy, famosa per i Digital Diary in giro per l’Italia e non solo.
C’è una Basilicata tutta da scoprire, fatta di bellezze paesaggistiche, storico-culturali e di esempi virtuosi nell’imprenditoria artigianale e anche in quella votata alla creatività e all’innovazione.
Molti si affacciano in questa regione per la prima volta, incuriositi forse da Matera e dal perché sia stata nominata Capitale Europea della Cultura 2019. Anche per chi la vive tutti i giorni, l’impressione è spesso la stessa: un territorio magico e che esiste! (Mi permetto di citare un celebre messaggio del lucano Rocco Papaleo).

 

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Attraverso le tecniche e gli strumenti di ultima generazione, il progetto presenta un’esperienza sensoriale per scoprire il patrimonio lucano, in una maniera inedita e in una nuova dimensione: la terza.
La tridimensionalità è sperimentata dall’osservatore non più mediante le modalità classiche di lettura dell’opera, ma attraverso degli occhialini 3D che permettono di immergersi negli scatti realizzati dal famoso duo Philippe Antonello e Stefano Montesi.

Un altro “punto di vista” del progetto è dato dal coinvolgimento di un gruppo di fotografi con esperienza internazionale: Alfredo Chiarappa, Angelo Chiacchio, Dario Padula, Francesco Giase, John Gubertini, Laura Aggio Caldon, Marco Delucia, Marco Gaggio, Mariano Silletti, Silvia Bergomi e Simone Settimo, che hanno girato in lungo e in largo la Basilicata realizzando alcuni scatti che ne raccontano le peculiarità che ne raccontano le peculiarità per suscitare emozioni. Il risultato è un contenitore di fotografie, detto Open Library, con licenza Creative Commons NC, disponibile gratuitamente e per tutti. Basta inviare una mail alla info di Can’t Forget Italy per ricevere il link dal quale consultare e scaricare la libreria fotografica.

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