Ho capito di non amarti più quando.

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Succede e non possiamo farci nulla.

C’erano progetti, una casa, qualche animale domestico, le vacanze e tutti i posti che avremmo voluto vedere nel mondo, c’erano e non ci sono più stati. Perché, per quanto le favole ci abbiano inculcato il principio del “e vissero per sempre felici e contenti” nella vita vera non va così. Nella vita vera l’amore finisce, senza motivo, senza una ragione evidente, senza un soppruso, un tradimento, una mancanza di rispetto.

Finisce, così com’è nato, all’improvviso. E’ devastante, una morte centellinata giorno per giorno di cui non ti accorgi, un lutto che piano piano si forma dentro di te anche se apparentemente è tutto come ieri, tutto come prima.

Ma i sintomi ci sono e te li manda il tuo corpo con i mal di testa o i mal di stomaco a sorpresa, il tuo inconscio con gli incubi notturni e l’insonnia, la tua razionalità con pensieri fissi che prima non facevi. Accade che nel tempo metti a fuoco il cuore del problema e capisci di non amare più la persona che hai accanto.

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Ho capito di non amarti più quando ho iniziato ad alzarmi la mattina dal nostro letto senza preoccuparmi della tua colazione, di scaldarti il latte o di cosa preferissi mangiare, sabati e domeniche a cucinare crepes e pancakes dissolte in un’assente gestualità, il venir meno di un rito.

Ho capito di non amarti più quel giorno che ho provato disprezzo per il tuo modo di comportarti nei confronti di una terza persona. Cercavo di farti capire la scorrettezza della tua posizione e più parlavo e più capivo che non mi interessava convincerti e che tutto quello sproloquio si era trasformato in un insulto alla tua persona, che avevo sempre stimato e difeso fino a quel momento, una constatazione che eri così e dovevo solo prenderne atto.

Ho capito di non amarti più quando tu restavi sul divano a guardare la tv e io ero nel letto a leggere e non sentivo il bisogno di stare nel tuo abbraccio guardando spazzatura per gli occhi e la mente, abitudine così radicata in noi.

Ho capito che non ti amavo più quando ho iniziato a percepire le avance di altri uomini. Ci sono sempre state ma non me n’ero mai accorta, fino a quando la mia mente si è discostata da te, dall’idea di possesso che avevi su di me, lì ho sentito e visto il resto della popolazione maschile, che per me non esisteva da anni perché avevo occhi solo per te, mente solo per te e cuore solo per te.

 

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Ho capito di non ti amarti più quando tua mamma ha iniziato ad essermi indifferente, non la mia acerrima nemica contro cui emanare dichiarazioni di guerra combattute tra i fornelli e le padelle, non il giudice a cui dovevo dimostrare di essere brava, bella e buona, non la matrona a cui portare devoto rispetto matriarcale, era una semplice donna sulla cinquantina, non troppo ben vestita, spesso spettinata da cui andavo a pranzo e con cui parlavo del meteo.

Ho capito di non amarti più quando non mi sono arrabbiata ne indispettita quando mi hai detto che avevi perso il regalo che ti avevo fatto per il compleanno, l’ultimo regalo che ti avrei fatto in vita.

Ho capito di non amarti più quando il tuo contesto, le tue frequentazioni, i tuoi “nuovi amici” non mi rappresentavano più, quando lo stile di vita che mi stavi proponendo, per quanto invidiabile, lussureggiante e patinato, non mi faceva sentire a mio agio e mi svuotava giorno per giorno, strappando un pezzettino di me, esaurendomi.

Ho capito di non amarti più quando non sei più stato il mio riferimento per consigli professionali e personali, quando del lavoro ne parlavo a mia madre o alle amiche e, delle amiche e dei miei quesiti sul mondo, non ne parlavo più con nessuno, tenendoli sempre più per me stessa, chiudendomi in una solitudine che non avevo mai conosciuto prima ma che mi ha fatto crescere come non avrei mai potuto immaginare.

Ho capito che non ti amavo più quando alla fine l’ho fatto, senza troppi indugi ti ho detto che non ero felice e che non riuscivo ad andare avanti così, che avevamo costruito tanto ma in quel momento avevo bisogno di riprendere la mia vita in mano e ritrovare la mia identità come singolo, senza di te, lontano da te. E ho capito che non mi amavi più quando non hai fatto nulla per convincermi del contrario, hai abbassato lo sguardo, ti sei disperato battendo i pugni e singhiozzando, in uno sterile pianto a cui ho compartecipato da aguzzina del mio aguzzino, e non avevamo più nulla da dirci, se non accomiatarci, in un preludio all’arrendevolezza che non ci ha più lasciato, scaricando al tempo la responsabilità di sistemare tutto, perché il tempo lo fa, cuce e rattoppa come un sarto troppo esperto per esimersi dal compito che il destino ha stabilito per lui.

Ho capito che non ti amavo più quando non ho più lottato per te, per il nostro amore, per noi, perché la verità è che chi ama lotta.

AMOR VINCIT OMNIA.

 

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