Caro lettore. Non leggere

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Geniale. È questo l’aggettivo che meglio racchiude in sé tutto ciò che prova il visitatore nel suo percorso all’interno delle sale espositive del museo Reina Sofia di Madrid, mentre si aggira curioso, stupito e divertito tra le circa 350 opere che si susseguono ordinate al terzo piano dell’Edificio Sabatini.

Geniale è il titolo che le racchiude e che svetta a grandi lettere all’ingresso della mostra: “Caro lettore. Non leggere.” Sono le parole di Ulises Carrión, figura chiave dell’arte concettuale messicana, che con questo imperativo insolito si presenta a noi e invita a scoprire la sua incredibile opera artistica. Ci accoglie con un’antitesi che custodisce la sua duplice natura, ci sfida a entrare in un mondo in cui lettere, parole, testi si trasformano in un’inedita, e geniale, forma d’arte. Varcata la soglia, non possiamo che accettare la sfida.

 

 

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Dear reader. Don’t read – dittico, 1975. Collezione privata, Parigi

 

Carrión nasce nel 1941 in Messico e la sua formazione è interamente umanistica: si laurea in lettere, perfeziona i suoi studi in Europa, il suo nome inizia a farsi conoscere come quello di un promettente scrittore. La svolta avviene negli anni Settanta, quando la sua attenzione si sposta sull’arte e sulle sue tendenze innovatrici: vuole sperimentare e partecipare attivamente alla maggior parte dei campi artistici del suo tempo. È così che si allontana dalla letteratura vera e propria, e allo stesso tempo sceglie di mantenere linguaggio e scrittura come suo segno distintivo, convertendoli in strumenti essenziali della propria produzione artistica.

“Non mi considero uno scrittore poiché, come sono solito dire, uso il linguaggio da un punto di vista non linguistico, mi considero però uno scrittore poiché credo che la mia opera sia importante per il linguaggio.” Letteratura, testi, libri costituiscono il nucleo della sua opera, in un rapporto costruttivo e decostruttivo che bene esprime la sua provocazione iniziale.

Ulises Carrión, Museo Reina Sofia - museoreinasofia.es

Ulises Carrión, Museo Reina Sofia – museoreinasofia.es

Basta soffermarsi sulle opere in mostra per capire in modo concreto ciò di cui si sta parlando: intere pagine di libri si trasformano in basi da cui partire per creare precisi disegni geometrici, parole scritte a mano o a macchina su fogli bianchi si traducono in opere d’arte dal significato più o meno manifesto. Come per esempio ABC’s, l’alfabeto composto da gruppi di tre lettere stampate al centro di fogli a quadretti, o i Sillogismi, undici fogli bianchi scritti a penna dove l’artista declina diverse argomentazioni logiche. Non può non strappare un sorriso l’arguzia della serie di Sonetti, in cui Carrión reinterpreta l’anima di uno stesso testo a seconda dell’enfasi che desidera conferirgli: nasce così il sonetto di vocali, il sonetto suspense, il sonetto con tanto di eco… il linguaggio permette di compiere un esercizio di stile, lo stesso testo si traveste di forme nuove.

SONNET(S), 1972. Il testo di partenza è il sonetto Heart’s Compass, di Dante Gabrilel Rossetti.

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SONNET(S), 1972. Il testo di partenza è il sonetto Heart’s Compass, di Dante Gabrilel Rossetti.

 

 

 

SONNET(S), 1972. Il testo di partenza è il sonetto Heart’s Compass, di Dante Gabrilel Rossetti.

 

Mentre si percorre l’esposizione, la proiezione video di quattro mani che strappano e accartocciano a ripetizione intere pagine di libri fa da sottofondo e accompagna verso sala dedicata a Other Books and So, la galleria-libreria fondata da Carrión nel 1975 per rendere accessibili le proprie opere e quelle di altri artisti a un pubblico più ampio. “Other Books” perché proprio di libri altri si trattava: non testi che parlassero di arte, ma testi che fossero arte. Quelli che Carrión chiamava nolibri, antilibri, pseudolibri,… Non solo libri riempivano gli scaffali di questa galleria-libreria, ma anche -“and So”- riviste, periodici, dischi, cartoline, partiture e tutti gli altri tipi di pubblicazioni che Carrión voleva presentare come espressione artistica.

Il talento artistico di Ulises Carrión compare in mostra sotto molteplici forme: come la stamp art, la sua investigazione artistica sullo scandalo, le opere sonore, i suoi video, le performance e i progetti pubblici. Tante espressioni artistiche diverse mosse da un unico filo conduttore, il desiderio di cercare nuove strategie culturali. Il tutto costantemente permeato dalla letteratura, in un ambiguo rapporto di amore-odio che solo Carrión è capace di trasformare in un marchio di fabbrica unico e inimitabile. Proprio come si diceva all’inizio: semplicemente geniale.

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