Estate 2015: Saluti da Rimini, firmato Cattelan.

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Cosa vi siete persi quest’estate: parte prima. Iniziamo con Maurizio Cattelan che rientra dalla pensione anticipata e passa l’estate a Rimini. Più o meno, nel senso che a Rimini non c’è lui ma i suoi cartelloni realizzati insieme al fotografo Pierpaolo Ferrari. Sono otto manifesti, sono grandi (formato sei per tre), sono meravigliosamente in quello stile Cattelan che noi amiamo. Il Comune di Rimini ha commissionato all’irriverente artista questi manifesti con l’obiettivo di rilanciare l’identità romagnola e come azione promotrice della mostra “Saluti da Rimini”, che durerà fino al 30 Settembre. Il risultato sono un uomo in giacca e cravatta gialli seduto su un divano immerso in un mare di spaghetti al sugo di pomodoro, salsicce allineate come le sbarre di una prigione scintillante, una sorta di «Estasi di santa Teresa» con una ragazza appagata da una montagna di patatine fritte, un volto femminile che osserva entusiasta un bicchiere ricolmo di un liquido non meglio identificato. Nulla di troppo strano se si pensa che le immagini sono state selezionate proprio da “Toiletpaper”, il progetto che Cattelan porta avanti con Pierpaolo Ferrari dal 2010, e che si distingue per un’eccentricità e una personalità irriverente unica nel panorama sonnecchiate dell’arte contemporanea italiana. Non ve lo dico nemmeno che la città è impazzita di gioia in risposta a questa guerrilla creativa in giro per le vie riminesi; d’altronde in quegli scatti i riminesi un po’ si ritrovano: ci sono i vitelloni e c’è quel circo felliniano che con i suoi stereotipi ancora oggi affolla le discoteche sul litorale. Ancora un volta l’irriverenza di Cattelan ha fatto centro perché Rimini è “la città degli stereotipi ma anche del fermento culturale”, parole dell’artista stesso, ma anche perché lui, adottato romagnolo, quella città e quelle persone le conosce bene. Grazie Cattelan, che alle foto con lo smartphone preferisci ancora le cartoline, salutaci Rimini.

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