Umberto Eco è la nostra memoria

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È davvero molto difficile provare a raccontare chi era Umberto Eco, colui che dopo mio padre mi ha insegnato, e probabilmente anche a voi, cosa fosse la cultura. Quando studiavo all’Alma Mater Studiorum di Bologna le sue lezioni erano attese come si attende il Natale, non c’è stato studente che sia passato tra quei corridoi che non abbia ripetuto decine di volte i passaggi di alcuni dei suoi saggi. La visione del mondo che ci ha lasciato, a questa generazione di giovani che “premono bottoni e non ricordano più”, non si può spiegare a parole.

 

Umberto Eco sosteneva che con il tempo i ricordi riemergono dal passato, anche quelli che sembrano essere persi per sempre: in questa prospettiva la memoria diventa il più prezioso dei tesori dell’uomo. “La memoria é l’anima dell’uomo – diceva – e l’anima non muore mai”. La cosa certa è che il Professore rimarrà nella nostra memoria per sempre.

 

Il miglior modo che ho trovato per ricordare le sue lezioni è questa intervista, in tre atti come nella Divina Commedia di Dante Alighieri, affidata a Davide Ferrario e destinata a diventare una video-installazione per il Padiglione Italia della Biennale di Venezia.

 

PARTE PRIMA

 

PARTE SECONDA

 

PARTE TERZA

 

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