Contraddire la logica del consumo di suolo non è una operazione solitamente facile soprattutto quando ci si trova in paesi orientali, dove sulla densità abitativa e sulla existenz minimum si è puntato per realizzare massimo profitto da territori compatti. Strizzando l’occhio ad un progetto di Sanaa dei primi anni 2000, a Ho Chi Minh City i Vo Trong Nghia Architects hanno realizzato un progetto controtendenza per essere in Vietnam.
La necessità di spazi verdi pubblici e privati ha portato alla scelta di non saturare un lotto, ma anzi di tenerlo vuoto e creare degli episodi abitativi tenuti insieme da un tessuto connettivo composto di stretti passaggi. L’idea di avere molto del verde presente, sospeso, crea ombreggiatura e permette agli spazi di respirare oltre a rimettere nel tessuto compatto un elemento ormai scomparso. L’architettura è più che semplice, cinque box di cemento che in realtà sono utilizzati come vasi per gli alberi alti, al piano superiore i box più grandi contengono la zona notte, quelli più piccoli tutti i servizi accessori collegati da percorsi in quota. Al centro si crea una corte aperta, ma con un cielo verde, che permette di muoversi tra gli spazi comuni, annullando le barriere tra interni ed esterni.
