Meet Polpettas

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Internet ti permette di connetterti con un numero impressionante di persone e di sapere, in tempo reale, cosa succede dall’altra parte del mondo; abbiamo un tale potere che a volte ci dimentichiamo delle connessioni che abbiamo in casa, delle persone vicine di cui sappiamo poco o nulla. Ecco, faccio mea culpa perché Margherita Visentini é una mia conterranea, di Villafranca per essere precisi, ma nonostante questo ed un numero incredibile di conoscenze in comune ci siamo conosciuti solo per via telematica, con lei adesso residente a Madrid. Questo fatto magari non v’interessa bensì sarà più intrigante sapere cosa fa e del bellissimo progetto che ha creato sotto il nome di Polpettas, SPOILER: non si parla di cibo.

 

PoP-1©-Gaia Mathieu

 

Presentazioni d’obbligo, chi sei e com’é nato Polpettas?

Chi sono, domanda complicata! Scherzo, ma di solito le interviste le faccio io, e trovarmi dall’altra parte del foglio bianco è curioso, e un po’ difficile, lo ammetto. Partirò dall’inizio: sono nata a Verona, e dopo aver studiato arte contemporanea a Bologna e a Milano, sono approdata a Madrid nel 2010, con il mio cv sotto il braccio che includeva le voci “assistente di galleria” e “contributor freelance” per quotidiani e riviste (allora ancora nella versione cartacea) come L’Arena di Verona e Cosmopolitan. Arrivata a Madrid senza sapere lo spagnolo ho avviato il blog Polpettas.com raccogliendo interviste con artisti di diversi paesi e diverse lingue, inizialmente come un esercizio, per me, per allenare il mio spagnolo e mantenere vivo il mio interesse per il mondo dell’arte e della cultura. Quello che mi interessa raccontare, attraverso le parole degli stessi artisti, non è solo il lavoro ma anche la persona che ci sta dietro. Il blog è cresciuto trasformandosi in un magazine online vero e proprio, aprendosi ad altri collaboratori dislocati per l’Europa, preziosissimi in quanto danno la possibilità –a me e a Polpettas- di ampliare l’orizzonte culturale. E di seguito, con lo stesso spirito di voler raccontare delle storie, e parlare di arte in maniera meno tecnica e più personale, ha visto la luce il progetto cartaceo Polpettas On Paper, rivista di arte e cultura che come tagline ha proprio “many stories to tell”.

 

Sapendo che stai in Spagna, ho aspettato che fosse passata la partita Spagna vs Italia per evitare domande calcistiche / nazionalistiche, quindi adesso ti chiederò semplicemente 3 cose che vedi simili tra i due paesi e 3 cose completamente differenti ?

L’Italia e la Spagna sono due Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, e che nell’economia generale dell’Europa, appartengono alla stessa zona, per cui le similitudini geografiche sono moltissime, dal clima al fuso orario! Sì, non sto scherzando, giuro che più di una persona mi ha chiesto in questi anni, parlando del più e del meno, se in Spagna c’è lo stesso fuso! Forse è perché i ritmi della giornata spagnola sono famosi per essere spostati “in avanti”, si pranza a partire dalle h.14 e tendenzialmente non si cena prima delle h,21-21,30.

La passione per il calcio, come hai ben suggerito tu, accomuna di certo i due Paesi, mentre sul panorama culturale devo ammettere, senza nulla togliere alla nazione che mi sta accogliendo, che l’Italia batte la Spagna a mani basse. C’è moltissima promozione dei talenti locali, o latini –in generale- mentre arriva poco da fuori, dal nord e dal resto d’Europa, e questo crea forse un circolo vizioso che si auto alimenta, sia nel cinema, che del design, e nell’arte in generale.

A Madrid il ritmo e lo stile di vita è sicuramente più rilassato rispetto alle grandi città italiane, ci si gode un po’ più la vita, basta una birretta -più economica che in Italia- con gli amici ed è fatta. Parlando di cibo, argomento caldo sia per gli italiani che gli spagnoli, ho notato che la moda del momento in fatto di food in entrambi i Paesi sono hamburger e ramen! E a tal proposito, un gossip sussurrato all’orecchio, a Madrid si vocifera che la taco-mania sta per prendere il sopravvento!

 

travel

 

Dal digitale alla carta anziché il contrario, una scelta decisa dal comunicare con un mezzo diverso o un esercizio di stile?

Il salto che Polpettas.com ha fatto verso la carta con Polpettas On Paper è stato per me un passo estremamente naturale: le riviste -cartacee- son sempre state la mia passione, fin da piccola quando per il compleanno chiedevo ai miei genitori l’abbonamento alle riviste di Barbie, o di Poochie. Per cui era lì che dovevo arrivare, anche se oggi ammetto che è piuttosto complesso: verissimo che la carta non è morta, ma si ritrova con dei competitors che mettono in difficoltà, diciamo. Internet, i kindle-vari, gli stessi social network (mi vergogno ma ammetto che facebook è diventata la mia rassegna stampa base), il monitor in generale, fornisce una quantità infinita di informazioni, ma la carta come mi piace sempre dire, rimane. E forse, proprio oggi, proprio in un periodo in cui le informazioni viaggiano ad alta velocità, c’è bisogno invece di qualcosa che sappia fermarsi, una rivista di carta e pagine contate, con la quale anche tu riesci a fermarti un po’, sederti per un attimo e concederti il lusso di leggere davvero.

 

 

Prossimi step?

L’arrivo di Polpettas On Paper è stato un po’ un uragano che ci ha travolto, per cui da una parte stiamo lavorando per mantenere vivo e operativo il magazine online Polpettas.com con sempre più collaboratori e sempre bellissimi incontri da raccontare. Dall’altra, stiamo lavorando sia alla promozione e distribuzione di Polpettas On Paper, sia al prossimo numero. Però quest’estate un po’ di vacanze non me le toglie nessuno.

 

crwf

 

La ricetta per la felicità?

Mhmm, non so se sono la persona migliore per dare consigli, ma direi sicuramente poter fare quello che ti piace, anche a livello lavorativo, ma che il lavoro non dev’essere tutto, altrimenti non ci si diverte più.

 

Una domanda che vorreste vi fosse fatta e a cui rispondere.

“Cosa vorresti fare da grande?” E risponderei “La giardiniera” se solo il mio pollice non tendesse così catastroficamente al violetto.

 

 

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