Natural Recall: la natura ti chiama

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C’è una quercia sulla statale fra Roverbella e Mantova sola in mezzo ad un campo, le stagioni scorrono, il campo si colora di verde, giallo e si ricopre di neve d’inverno ma lei resiste, lì in mezzo, immobile. Dicono abbia più di un secolo, raccontano che molte persone abbiano combattuto per non farla sradicare e lei li ringrazia, rimanendo lì, immobile. Più volte mi sono fermata sul ciglio di quella statale trafficatissima ad ammirarla, con quel silenzio che combatteva il rumore dei camion che le passavano davanti. Non mi ero mai chiesta se avessi una pianta preferita, o solamente una pianta speciale, ma se me lo chiedessero credo ora saprei cosa rispondere. Gli studi che analizzano il rapporto fra uomo e natura non sono certo una novità, si va dall’etnobotanica che studia il rapporto fra coltivazione e popolazione, alla botanica e basta che studia le potenzialità, anche medicinali, di ciascuna pianta. La buona notizia è che non c’è da preoccuparsi se non capiamo più nulla di fronte ad un tramonto sulle dolomiti, in mezzo alla foresta pluviale o ci arrampichiamo sul ciliegio del vicino di casa: chi se ne intende dice che ogni essere umano è predisposto ad instaurare un rapporto emozionale con un elemento naturale, unico e individuale. La novità è che nel 2014 arriva un concorso che premia il migliore tra questi rapporti emozionali: è un concorso per grafici e creativi, si chiama “Natural Recall”, e invita chiunque abbia particolari doti d’immagine ad analizzare il suo speciale rapporto con la natura. Natural Recall è ideato e organizzato dallo studio di comunicazione CO.ME e dallo studio di progettazione visiva GTower, con il prezioso supporto dei partner tecnici: Favini, Ditre Arti Grafiche, Qwerty Studio e Smack Comunicazione. A partire da giugno 2014, 40 Graphic designer e poeti dell’immagine provenienti da tutto il mondo verranno invitati a partecipare al progetto, altrettante riflessioni arricchiranno l’iniziativa. Data limite: 30 settembre 2014.

Da tre anni piantava alberi in quella solitudine. Ne aveva piantati centomila. Di centomila, ne erano spuntati ventimila, contava di perderne ancora la metà, a causa dei roditori o di tutto quel che c’è  di imprevedibile nei disegni della Provvidenza. Restavano diecimila querce che sarebbero cresciute in quel posto dove prima non c’era nulla”. Nel frattempo, per prendere l’ispirazione, potete leggere “L’uomo che piantava gli alberi” di Giono e Pericoli, un capolavoro.

 

 

Per qualsiasi informazione e chiarimenti contattare o scrivere direttamente a:

www.naturalrecall.org / info.naturalrecall,org

T.+390422.541865(Treviso) Stefano Meneghetti e Giulia Comba

T. +39 02 3656 1200 (Milano) Mauro Santella, Giorgia Bimbatti, Pier Antonio Zanini

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