PlayWood

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Oggi vi presento un progetto nato davvero in brevissimo tempo e capace già di suscitare un grandissimo interesse, dopotutto il presentarsi come il nuovo arredamento che monti come un Lego poteva non ottenere curiosità? Per questo ho fatto qualche domanda a Stefano Guerrieri, uno dei due founder, di PlayWood.

 

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Presentazioni d’obbligo, chi siete e com’é nato Playwood?

PlayWood è nata dalla nostra esigenza di migliorare, vivere e rendere personalizzato il nostro spazio di lavoro.
Il team di PlayWood ha competenze miste i co-founder sono due Carlotta viene dal mondo del Faschion e la sue esperienze è nell’ambito commerciale e nella gestione del punto vendita, mentre io sono un Ui/Ux designer con la passione per il design ed il prodotto.
Il team nel suo complesso si arricchisce di esperienze nell’advertising, nella comunicazione e nell’interior design.

PlayWood è davvero un bel mix di skill ed approcci diversi che hanno arricchito il prodotto, permettendo un approccio diverso al mercato.
Solo grazie ad un team con competenze fortemente digitali ed eterogenee siamo riusciti a gettare le basi per il futuro sviluppo di una community che vede l’utente al centro del prodotto e del suo sviluppo.

 

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Innanzitutto grazie per farmi tornare a giocare, l’associazione Playwood Lego é sicuramente immediata, scelta casuale o ponderata?

Ho letto da qualche parte che la creatività è l’intelligenza che si diverte. Credo sia davvero cosi. Il gioco è uno strumento potentissimo per passare ed assorbire concetti anche molto complessi.

Quindi Il nostro motto è Play.

Ma il concept alla base è che una reale reinterpretazione degli ambienti rappresenta un messaggio deciso al coinvolgimento; come accade in natura, le tue idee necessitano di aria e spazio nel quale svilupparsi. Crediamo che le persone debbano essere in grado di dare forma ad un ambiente in armonia con ciò che fanno, sosteniamo modularita’ e liberta’ creativa.

 

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Siete partiti da pochissimo ma state viaggiando molto veloci, che feedback avete avuto dalla MilanoDesignWeek?

Della design week porteremo sempre un bellissimo ricordo, è un evento che avevamo sempre seguito da partecipanti ma da designer
mai, è stata pura energia.

Siamo arrivati con un prodotto ai primi test di mercato, che abbiamo autoprodotto in modo indipendente.
Non abbiamo portato esempi di oggetti finiti ma un kit per le costruzioni
Abbiamo un modello di business completamente diverso dalla maggior parte degli espositori perchè controlliamo tutta la nostra filiera
dal progetto alla produzione alla vendita e siamo aperti all contributo progettuale degli utenti.

Poteva essere un disastro, ma abbiamo stimolato la curiosità e la creatività dei partecipanti, facendoci apprezzare dagli altri designer
e dal pubblico che ha sposato il nostro concept e la nostra filosofia progettuale.
Al salone non abbiamo venduto solo un oggetto, abbiamo raccontato un idea ed abbiamo trovato un pubblico pronto per ascoltarla.

 

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Per Kant lo spazio ed il tempo erano forme a priori della sensibilità. Visto che volevo farvi una domanda intelligente ho usato un espediente per citare due cose che vedo essere fondamentali nel vostro progetto, lo spazio ed il tempo. Sbaglio nell’affermare che siete i primi ad approcciare un simile prodotto con questa inventiva?

Fortunatamente qualcuno ha gettato il sasso nello stagno prima di noi alla base del nostro progetto c’è una ricerca della design school di Stanford, “make space”. Noi siamo riusciti a cavalcare l’onda nata da quegli spunti, aggiungendo un po’ di praticità e buon design tutto italiano. Direi che siamo riusciti a passare dall’idea alla pratica.

Ci siamo resi conto che viviamo lo spazio fisico esattamente come interpretiamo le emozioni umane. Senza neanche rendercene conto, noi avvertiamo e interiorizziamo cio’ che uno spazio ci comunica e questo condiziona il nostro modo di lavorare.

La sensazione che spesso si avverte nel varcare la soglia di molti uffici, non e’ quella di un luogo di condivisione di idee e dove le persone lavorano insieme, ma piuttosto uno spazio pensato per lavoratori solitari che trascorrono li il proprio tempo.
Non importa che si tratti di uno studio freelance o un ufficio di un’azienda multinazionale affermare, la capacita’ di organizzare il proprio luogo di lavoro diventa uno strumento fondamentale che contribuisce a sviluppare le relazioni lavorative e favorisce l’innovazione.

 

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Una domanda che vorreste vi fosse fatta e a cui rispondere.
Dove posso trovare i connettori PlayWood?
Sul nostro sito, http://www.playwood.it

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