Fratelli Piccini – Firenze in un gioiello

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Marilyn Monroe diceva “Diamonds Are A Girl’s Best Friend”, e quanta ragione aveva. La bellezza del gioiello è forse l’unica in grado di eguagliare la bellezza femminile, a darle il giusto merito. Un gioiello non delude mai, ci chiede solo di lasciarlo splendere in tutta la sua preziosità, di posarsi su di noi e aggiungere fascino ed eleganza alla nostra figura. Si illumina dove noi ci oscuriamo, parla di noi dove noi non abbiamo parole per esprimerci, fa quello che noi, a volte, non abbiamo la forza di fare, brilla raccogliendo un raggio di luce solare.

Esistono storie di gioielli unici, così come esistono gioiellerie uniche, dove la ricchezza della storia, l’arte della lavorazione, il fascino del saper fare ti fanno addentrare in esse come in una fiaba.

Fra le vetrine di Ponte Vecchio, al di sotto del Corridoio Vasariano al centro del ponte, si apre la gioielleria Fratelli Piccini, fondata nel 1903, tutt’ora gestita dalla famiglia fondatrice, giunta alla quarta generazione. Oggi la gioielleria vanta una direzione tutta al femminile, la madre Laura e la figlia Elisa, diplomata in gemmologia presso il prestigioso GIA di Los Angeles, si occupano personalmente di perseguire i saperi del mestiere dell’orafo e portare avanti il nome di famiglia e la sua immensa pregevolezza. Affacciata sull’Arno, la “bottega” conserva al proprio interno ancora l’antico laboratorio dove, con sistemi artigianali, si creano i gioielli dal disegno alle cere, fino alla realizzazione finale. Qui, come una volta, si lavorano pietre preziose e brillanti di grande valore che, con maestria e sapienza, si trasformano in gioielli da collezione. L’incanto e l’ispirazione non può certo mancare a chi lavora da qui, ad una finestra sospesa sul fiume dove la vista degli Uffizi e dell’acqua che scorre si fa magia pura.

 

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A questo si vogliano aggiungere le numerosissime cere e i gessi  a rilievo sviluppati in più di un secolo di storia appese alle pareti del laboratorio, degni di essere inseriti in una monografia del gioiello moderno italiano.

L’azienda familiare è intrinsecamente legata alla città grazie alla profonda passione per il proprio lavoro che ha reso la storia di Fratelli Piccini una storia di successo e amore, quello che lega la famiglia a Firenze stessa. Un omaggio alla città viene fatto in due collezioni della gioielleria: Tetti, ovvero una linea di gioielli ispirati proprio ai tetti della tipiche case fiorentine e la linea Sposi, dove le fedi diventano non solo simbolo d’amore ma anche simbolo della città.

 

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Quest’ultima collezione è caratterizzata dalla bellissima iniziativa di Elisa Tozzi Piccini di recuperare i motivi dei più importanti monumenti e dipinti della città, dalla Primavera di Botticelli al Giglio bottonato, dal decoro presente sulla statua del David di Donatello al dettaglio architettonico del Duomo, fino a recuperare il profilo stesso di Ponte Vecchio e farne degli anelli più o meno spessi, interamente personalizzabili, da donare alla propria amata o al proprio amato. Le fedi parlano di amore e l’amore parla così di Firenze, del suo fascino, della sua storia e della sua immensa cultura, incanalando la propria esperienza, artigianalità e il proprio raffinato gusto verso un gioiello d’avanguardia che racchiude in sé tutto l’antico che c’è.

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