Arte, Cibo e Vino: Innamorarsi a San Gimignano

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Un weekend per innamorarsi. Succede a San Gimignano durante uno dei momenti chiave per la scena artistica della città e del panorama contemporaneo italiano e internazionale: l’inaugurazione della stagione espositiva di Galleria Continua.
Una galleria che guarda ben oltre i confini del suo paese, con ben altre tre sedi sparse in tutto il mondo (La Habana, Cuba, Pechino, Cina, e Les Moulins, Francia), in un piccolissimo borgo toscano che conta poco più di sette mila abitanti ma tanto, tantissimo buon cibo, fiumi di vino rosso e una cordialità unica e genuina.

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Nata nel 1990 a San Gimignano, Galleria Continua è un’iniziativa di Mario Cristiani, Lorenzo Fiaschi e Maurizio Rigillo, tre appassionati d’arte che hanno scelto una ex sala cinematografica degli anni ’50 per iniziare un’ attività dal taglio internazionale ma al di fuori dalle grandi città, dai centri metropolitani sovraccarchi di gallerie, musei e spazi artistici indipendenti. E negli anni solo a San Gimignano, la galleria si è espansa radicalmente tanto da arrivare ad occupare altri 3 spazi espositivi. Una vera e propria invasione artistica nella piccola città, che in cambio offre un contesto unico, senza tempo, cordiale e generoso.

A Settembre la galleria ha portato nella sua città madre quattro artisti internazionali di grande fama: Ahmed Mater (Arabia Saudita), Sabrina Mezzaqui (Italia), Jonathas de Andrade (Brasile) e Etel Adnan (Libano).
Quattro artisti che parlano di realtà distanti l’una dall’altra, attraverso strumenti espressivi diversi. Etel Adnan si esprime nella pittura astratta e nella scultura, Ahmed Mater con la ricerca fisica e la fotografia, Jonathas de Andrade con le installazioni video.

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E poi ci sono Sabrina e il rosso.
Si sale all’ultimo piano di un hotel per ammirare le sue opere che insieme si offrono alla mostra che porta il titolo “Autobiografia del Rosso”.  Si entra in un vero e proprio appartamento, dove le stanze si perdono una dietro l’altra in un percorso quasi labirintico, dove anche piccoli antri e anticamere diventano spazio espositivo.
L’opera di Sabrina è un dialogo tra la manualità artistica propria del linguaggio espressivo dell’artista con la densità dei contenuti poetici, filosofici ed esistenziali che in questa occasione vengono estrapolati dal libro “Che tu sia per me il coltello” di David Grossman.
Ricordando dei passi del romanzo che l’hanno colpita, Sabrina tesse le parole per dare loro una forma, un’idea di permanenza visiva. E in queste stanze, le pratiche artigianali di Sabrina – che includono l’uso di stoffe, carte, decori e perline – sembrano sposarsi perfettamente con il contesto espositivo e cittadino in cui vengono ospitate.

Come rifocillarsi dove questa divorata artistica?

 

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Un piatto di salumi e formaggi locali accompagnati da una bottiglia di Chianti dei Colli Senesi all’Osteria del Carcere, appena fuori dalla galleria, e un gelato alla storica gelateria Dondoli, per proseguire con una passeggiata attorno alle mura della città.

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