Siccome sembra d’ obbligo ormai, visto anche il film uscito in questi giorni, spenderò anch’ io un paio di parole per questo mito: Coco Chanel, personaggio che ha cambiato la storia del costume e che prima di innovare le peculiarità stilistiche ne ha modificate alcune idiologiche fondamentali. Vi spiego cosa intendo. Gabrielle nasce da una famiglia povera, conduce una vita in orfanotrofio da misera, figlia abbandonata e solo a 25 anni ha un suo riscatto fidanzandosi con un ricco imprenditore tessile. Da quel giorno Coco comincia a creare una moda che punta alla liberazione del corpo femminile, dalle costrizioni maschiliste, ineggiando ad un a donna forte, emancipata, lavoratrice, autonoma. Abiti semplici di struttura e privi di decori. Gli unici accessori accettabili quelli di bigiotteria, al bando i gioielli preziosi che solo pochi possono permettersi. Ecco la linea di non ritorno: l’ idea di Chanel è quella di vestire le segretarie, le maestre, le commesse, non le mogli degli abbienti, non le dive. Lei puntava alla gente comune. Vi sembra ancora così? Quanto vi costa una borsa o un tailleur firmato a suo nome? E’ da ormai molto tempo che la sua è diventata una moda elitaria. Colpa di Karl?.
Della gestione dell’ azienda stessa?. Non so, certo l’ ideologia basilare della grande stilista è completamente svanita. E secondo me si sta rivoltando nella tomba.