Potrebbe essere una futura fotografa di moda Natalie Shau, anche se forse non ci ha nemmeno pensato, d’altronde pochi anni fa era appena una ragazza che giocava con le nuove tecnologie digitali. Macabra più di Izima Kaoru, fotografo giapponenese a cui piace trattare di morti violente, Natalie si concentra su soggetti ripresi da vecchie storie, vecchi miti, a volte donne stereotipate, a volte personaggi di favole, ma sempre ad uso e consumo di chi le desidera e ne fa bambole woodoo su cui prendersela. Sono donne lacerate, disperate, distrutte dal dolore ma che fingono impassibilità, sono a stretto contatto con il mondo oscuro e l’aldilà. Le sue opere si pongono a metà via tra l’arte contemporanea, le foto digitali di ultima generazione e la vignettistica che accompagna le storie magiche per bambini non impressionabili.