Citando i Queen

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Si perchè il nome del brand è ripreso dalla canzone dei Queen “Fat bottomed girl” ma l’intento del marchio non è propriamente pop, anzi. L’idea di Bigfatfanny è d’avanguardia, di una certa levatura culturale, volendo creare una miscela esplosiva tra moda e arte, dove le forma dell’una si fa tela dell’altra. I tessuti di fibre naturali (lana e cotone) vengono trattati e lavati con tinture a pigmento ed aerografi, sovvertendo i metodi classici, dopodichè il capo acquisisce il suo senso grazie alla stampa su esso di una delle opere di Francesco D’Isa, artista collaboratore del brand, che lo rende un vero lavoro fatto ad arte. Donne nude, dall’impronta klimtiana ma che ritraggono dive dell’hard, si stagliano su t-shirt, abiti, maglie rendendo sempre più labile il confine tra la quotidianità della moda e l’eternità dell’arte. Il packaging dei capi? Un profilattico.

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