World Press Photo 2011

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Alla Willy Brandt Haus, Berlino, è in corso, fino al 10 luglio, la mostra del World Press Photo 11, uno dei più prestigiosi riconoscimenti nel campo del fotogiornalismo. La vincitrice di quest’anno è Jodi Bieber con il ritratto di una giovane donna afgana, Bibi Aisha. Le immagini sono reali, crude, ed esposte davanti allo spettatore senza filtro alcuno, ma accompagnate dalla loro storia, dal loro contesto politico e sociale.

E così ci si ritrova davanti a mucchi di cadaveri in attesa di sepoltura, deformazioni dovute a guerre chimiche ma anche agli sguardi emozionati e gioiosi di uomini e donne che assistono alla proiezione di un film all’aperto.

Qualsiasi descrizione rischierebbe di esser banale, di ripetere solo quello che quotidianamente sentiamo dalle notizie del telegiornale sulle crudeltà del mondo e che, credo, a lungo andare rischiano di far perdere il senso del “realmente accaduto” tanto cercano di essere sempre sensazionali.

La realtà è che tra quelle fotografie esposte regna il più assoluto silenzio. E la distanza da quei mondi così diversi si accorcia di un poco.


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