Ai giovani di domani se si chiederà cosa fossero le cabine telefoniche forse potrebbero rispondere così: “Il guardaroba di Superman” o “il mezzo di locomozione del Doctor Who“, anche se quasi sicuramente sarà un ben più semplice: “Non lo so”. Nel lontano 2015, che poi lontano non é, la cabina telefonica per come la conosciamo noi in Italia verrà dismessa (anche sei i casi di Superman ed il Doctor Who vivranno in eterno) nel quasi più totale silenzio, a voler rompere questa omertà ci ha pensato un collettivo di artisti sorto a Como con l’unico obiettivo di ridare visibilità a quella che si può definire un’icona del panorama urbano Italiano. Tra i fondatori del collettivo troviamo Fabrizio Cunsolo che ci spiega i motivi legati a questo recupero:

Il progetto si chiama “200 lire” e coinvolge 10 artisti nazionali e non, che hanno realizzato dei progetti grafici, dei poster, da apporre sulle cabine. L’idea è quella di rendere questi oggetti delle vere e proprie opere d’arte, così come sta accadendo in molte parti d’Europa e del Mondo.
Mi sembra paradossale pensare come, mentre in altre capitali son riusciti a trasformare uno strumento come la cabina in un “oggetto” di marketing esagerato, in Italia questo venga smantellato nell’indifferenza della gente che per 50 anni ha trascorso chissà quante ore interminabili all’interno di queste scatolette arroventate dal sole”.

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