Meet Mattia Benetti

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La fotografia può rubare l’anima di chi viene immortalato? Onestamente non penso sia possibile bensì credo che riesca a carpirne l’essenza; avvaloro la mia tesi constatando che il muro di fotografie appese dietro al mio schermo, frutto di generazioni della famiglia Stringa e Frécon (sapete vero che sono mezzo francese?) sanno in verità donare più di un semplice ricordo legato al momento in cui sono state scattate.

Questo non vuol dire che se ti scatti foto in bagno con il cellulare in futuro i tuoi figli o nipoti ne carpiranno l’essenza bensì avranno dei grossi dubbi su ciò che vedranno… ma non é questo il punto. In verità sto cercando di mettere a fuoco (scusate il gioco di parole) sul significato che nasconde una fotografia e l’importanza di chi la scatta, ad aiutarmi maggiormente in questo viaggio notturno (mattina per chi legge) ci pensa Mattia Benetti, fotografo nonché videomaker di Verona che ho il piacere di conoscere ed apprezzare.

Proprio i lavori di Mattia mi confermano come una foto sappia trasmetterti un qualcosa che ti smuove dentro che non ti sazia finché non ne hai avuto ancora… . Certo non siamo tutti fotografi anche se pensi di esserlo semplicemente postando, ogni singolo momento della tua giornata, foto della tua colazione su Instagram. L’occhio dietro l’obiettivo percepisce il momento esatto in cui scattare e fissare l’immagine che verrà e di immagini il buon Mattia ce ne fornisce parecchio per cui vi consiglio di perdervi tra i suoi lavori per capire come il fare foto non sia solo una questione di premere un pulsante.

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