The Dreamers

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Sogno: E’ la sera prima delle nozze. Sì. Domani mi sposo! Alcune amiche, vestite in modo molto provocante, mi vengono a prendere e mi portano in discoteca. Io indosso un vestito corto, attillato e mi guardo allo specchio: anch’io sono molto attraente. In discoteca ballo sul cubo e le ragazze mi stanno tutte attorno. Poi mi danno un gallo che stringo tra le gambe e gli taglio il collo con un grosso coltello da cucina. La scena cambia. E’ il giorno dopo. Devo andare in chiesa. Ma non posso, non posso sposarmi. Il mio bianco vestito da sposa è macchiato di rosso. Intriso di sangue.

Anna è una giovane donna. Ha appena compiuto ventiquattro anni. Viene da una famiglia agiata ed è figlia unica. Ha sempre avuto molti amici, molti uomini, studiato quanto basta per sfangarla e amato fare lunghi viaggi e costose vacanze. Ha già fissato la data del suo matrimonio. Manca poco.
Nel sogno va in discoteca con le amiche vestita in modo succinto e si esibisce sul cubo. In questo modo mette in mostra non solo il corpo, ma anche la sua voglia di sedurre, di piacere, di conquistare. Probabilmente Anna non ha ancora esaurito quella fase della vita in cui si cercano rapporti “facili”: veri e propri attestati di bellezza e seduttività, di cui per altro sembra avere un bisogno estremo.
Si celebra poi nel sogno un vero e proprio rituale: le amiche si dispongono in cerchio e le danno un gallo a cui lei taglia il collo. Chiara allegoria di una castrazione. Ma a chi lo vuole tagliare? A qella parte di se stessa che rappresenta il suo maschile? Al suo futuro marito? A tutti e due? In fin dei conti, in termini psicologici, non è poi cosi differente, infatti per innamorarsi di un uomo una donna deve riconoscere in lui e su di lui proiettare le proprie parti maschili.

Comunque sia non si tratta certo di una situazione propizia a un felice matrimonio.
Il rosso, il rosso del sangue, della vendetta, della lotta, della guerra sporca il suo vestito.
Dato che l’abito rappresenta spesso nei sogni la nostra “maschera”, il modo con cui ci presentiamo al mondo in una data situazione, la nostra capacità di adattarci e di vivere ciò che stiamo affrontando, possiamo dirci: “Anna non è pronta!”.
Si, Anna non è pronta per il matrimonio. Lo vive in senso conflittuale, tanto da immaginare di castrare il marito o la sua parte maschile. Anna concepisce il rapporto di coppia come una guerra che non è disposta ne’ a perdere ne’ a pareggiare. La sua voglia di uomo è dettata dalla voglia di primeggiare tra le altre, di dimostrare, prima di tutto a se stessa, di essere seduttiva, attraente, cercata, invidiata. Nella coppia non cerca uno scambio, ma la voglia di dominare l’altro.
Se Omnia vincit amor et nos cedamus amori : “L’amore vince tutto e anche noi cediamo all’amore”, lo stesso non vale per il potere.
Se l’amore è in grado di risolvere, oltrepassare e trasformare in momenti di crescita le difficoltà di un rapporto coniugale, lo stesso non vale per l’esercizio del potere che, al contario, lo affossa.

Dr. Stefano Baratta, psichiatra e psicoterapeuta – Illustrazioni di Irene Pollini Giolai

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