MFW recap

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Terzo appuntamento, terza settimana della moda nel bel paese, questa volta giochiamo in casa ed i nomi si fanno noti anche a chi di moda non ci capisce granchè.

Un altro simpatico recap dei top look da non prendere troppo sul serio che vi riassume ciò che vi siete persi durante la Milano Fashion Week.

 

DSquared2. Dean e Dan giocano sul fenomeno rehab, prendendo spunto da un editoriale di Steven Meisel per Vogue Italia, una collezione di caste infermiere e donne sull’orlo di una crisi di nervi, lusso sixties a metà tra sobrietà e paillettes, perchè DSquared2 non si prende mai troppo sul serio. Da copiare: il total white, bianco ottico d’inverno che ritorna anche a Milano.

Giorgio Armani. Il classico si rinnova, Armani prende spunto dalle sue forme iconiche e ne crea delle nuove, la giacca torna protagonista ed il grigio si fa assoluto, il giallo lime spezza il ritmo e la flanella diventa il tessuto predominante. Da copiare: il rigore si modella, diventa fluido, adatto al giorno e perfetto per la sera.

Dolce&Gabbana. Ogni sfilata diventa una storia, questo autunno-inverno 2014 è più che mai una fiaba. Un sottobosco dove maghi e fate incantate prendono vita, accenni a racconti che vengono da lontano e riscaldano come i colori caldi e i richiami barocchi su un pizzo che ritorna alla tradizione e non abbandona le radici siciliane. Da copiare: una donna-cappuccetto rosso che con un abito midi dalla forma a trapezio diventa icona di eleganza.

Marni. Rimane l’essenziale da Marni, dove tutto si toglie e si scioglie, il DNA ne esce e si ritorna alle origini; le stampe, le forme ed i colori, tutto è ciò che è sempre stato. Struttura ed essenza, Marni è terra e spirito e le forme sono geometriche e la femminilità non accentuata. Da copiare: Pelliccia full color sopra stampe all-over.

Fausto Puglisi. Si, in modo assoluto. è la quintessenza della moda da sfilata tradotta in quotidianità al femminile, forme scolpite di un designer che poi tanto newcomer non lo è più, Puglisi pensa ad una donna che seduce e colora, una pop NewYorkese fatta di color block, gonne a corolla, minidress e borchie. Da copiare: Tutto, nei limiti.


Moschino. Le cover per iPhone sono già un icona, Jeremy Scott da una sferzata di energia a Moschino e riporta in scena i simboli storici della maison insieme a pupazzi animati e immagini del consumismo con ironia e leggerezza, perchè la moda è fast e cosa c’è di meglio che celebrarla celebrando il fast food più famoso del mondo? Da copiare. Nulla o tutto, ma sopratutto l’ironia, che nella vita è sempre utile.

MSGM. Massimo Giorgetti non si smentisce, le sue stampe a tutto colore diventano estemporanee e richiamano un mondo onirico fatto di energia e bagliori shock, le forme predilette sono quelle ampie strutturate a uovo ma sempre morbide e facili, dove neoprene incontra il pizzo e la maglia con la seta. Da copiare: la felpa ormai un classico, che ritorna anche per la sera e le mega moffole in pelliccia.

Prada. Miuccia è simbolo di Milano Fashion Week. Una sfilata quella per il prossimo inverno che riporta il rigore, in un ambiente intimo per pochi, non più glamour chiassoso ma austerità silenziosa quasi anni’70, semplice e diretta, perchè la donna vera non ha bisogno di orpelli. Da copiare: I pull a V che ricordano il college e diventeranno must-have.

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