The Special Need: l’amore è un diritto

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Altro che Iliade! Il viaggio di Enea, protagonista del documentario di Carlo Zoratti The Special Need, che al Festival di Locarno ha ricevuto una standing ovation del pubblico, è più irto sia di chilometri che di pericoli. Tutti emotivi e quotidiani, come si addice a un road movie tra i più coraggiosi mai pensati e realizzati in Italia.

Eh sì! Perché Enea non è un personaggio letterario ma una persona vera. Vive a Udine ed è affetto da autismo. Ha conosciuto Carlo quando questi faceva il volontario in un centro per disabili. Sono diventati amici, poi si sono persi di vista. Anni dopo si ritrovano e Carlo, che ha sempre immaginato Enea come un eterno bambino, si accorge che è adulto e, come tale, ha sviluppato pulsioni e desideri che lo accomunano a tutti i maschi della sua età. Insomma: vuole “la morosa”.

Da questo argomento, che in Italia è vergognosamente tabù, nasce l’idea di raccontare in un film l’avventura di Enea alla ricerca del contatto fisico, che è scoperta non solo di nuove sensazioni ma anche del proprio io. Due anni per trovare i fondi: 250.000 euro. Mille porte sbattute in faccia e poi il miracolo: il commissioning editor di un canale televisivo tedesco abbraccia il progetto. Senza aver visto niente, perché un documentario così non ha trailer: c’è solo una chance per realizzarlo, nel momento in cui si imbraccia la videocamera e si parte.

Il viaggio è lungo: sono Enea, Carlo e Alex, vicino di casa di Enea. A bordo di uno furgone Wolkswagen, come quello dei terroristi di Ritorno al futuro. In Italia non si può fare niente, nemmeno cercando un Lucciola. Lei sarebbe imputabile di circonvenzione di incapace, Carlo e Alex di sfruttamento della prostituzione.
E così via in Austria, dove le case di piacere sono legali, alcune addirittura specializzate in persone disabili. Poi fino a Berlino, dove nell’Istituto per l’autodeterminazione delle persone disabili di Trebel Enea conosce Ida. Lei faceva l’infermiera e ora è una “assistente sessuale”.

Non ci sarà rapporto integrale: è Enea a decidere e vuole prima l’amore. C’è, però, l’immensa scoperta degli abbracci a pelle nuda.

Poi a casa, a riprendere una vita ancora più normale di prima: il lavoro, i corsi di recitazione e, ora, la forza di chiedere di uscire a una ragazza.

Un documentario da Oscar, se ce l’avessimo mandato, che consolida il ruolo del Friuli Venezia Giulia tra le regioni cinematograficamente più attive d’Italia. Un film dolce, umano, rispettoso, speranzoso, da far vedere a quelli convinti che alcune persone abbiano meno interesse o diritto alla normalità di altre. Soprattutto a coloro che credono di poter decidere che cos’è, la normalità. Davvero?! Chi è normale scagli la prima pietra.

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