Mariko Tsujimoto attraverso i suoi prodotti vuole unire la tradizionalità degli origami alla modernità del design. L’abbiamo incontrata al Salone del mobile e ci ha spiegato quali sono i suoi progetti.
Mariko, a cosa è dovuto il nome Origami?
Ho scelto questo nome perché gli origami fanno parte della tradizione Giapponese e perché hanno molti aspetti in comune con le mie Pop-up forniture: sono molto colorati, derivano da una piegatura di un materiale e incuriosiscono coloro che li osservano. Inoltre ho pensato che il termine giapponese Origami essendo ormai diventato una parola internazionale, potesse facilmente essere ricordato anche dagli stranieri.
Dove trovi l’ispirazione per i tuoi lavori?
Dalle cose di tutti i giorni, ciò che vedo in giro, il lavoro degli altri designer, architetti e stilisti. I miei sono oggetti che si usano tutti i giorni quindi la mia fonte di ispirazione maggiore è la quotidianità.
Quando i tuoi prototipi diventeranno prodotti?
È difficile dirlo. Sono stata invitata al satellite actus a settembre 2014, un’esibizione per bambini a TOKYO, Futagotamagawa. Mi piacerebbe arrivare a quell’evento con qualche prodotto realizzato e aver rinforzato molti dei miei prototipi, cosicché li si possa provare e i bambini ci possano giocare. Penso che i primi prototipi che cercherò di produrre saranno quelli Pop-up. Hanno riscosso molto successo sia al salone del mobile che in passato, grazie a loro ho vinto un premio alla KOKUYO Design Award nel 2012. Questi prodotti prendono spunto dai libri POP-UP per bambini, nei quali sfogliandoli, le figure fuoriescono delle pagine stupendo i giovani lettori. I miei lavori sono molto simili, chiusi sembrano enormi libri ma una volta aperti diventano sedie, tavoli e armadi. Spero di incuriosire il mio pubblico.
Aspiri alla vendita in negozio o preferisci limitarti all’online?
Spero di riuscire a venderli anche nei negozi. Ma prima devo renderli più resistenti e trovare una persona che commercializzi anche gli altri prototipi, anche se mi piacerebbe commercializzarmi da sola. Ad oggi vendo i miei prodotti finiti online su http://www.farchiduct.com e http://vvstore.jp invece le auricolari “ear-pi” è stato venduto nel 2013 nei negozi LOFT.
Di che materiale sono composti le Pop-up forniture?
I prototipi sono in Polipropilene e mi piacerebbe riuscire a creare i prodotti in legno compensato. È assolutamente necessario modificare il materiale per poterle esporre nei negozi e venderle. Nei negozi le persone incuriosite sicuramente si divertirebbero ad aprirli e chiuderli e al momento i miei prototipi sono troppo fragili per questo.
Sei soddisfatta di com’è andato il salone del mobile?
Molto. È stata un’esperienza unica. C’erano un’infinità di persone proveniente da tutto il mondo. È stato molto stimolante parlare con loro e constatare cosa gli piaceva e cosa no, su cosa devo concentrarmi di più e cosa meno, cosa li incuriosiva. Ero già stata a Milano l’anno scorso ma ho seguito il fuori salone e avevo uno stand in via Tortona 37.
Quindi pensi di tornare anche l’anno prossimo?
Lo spero davvero molto, ma dipende se riuscirò a risparmiare e a produrre qualcuno dei miei prodotti. Mi piacerebbe molto tonare, il salone del mobile è un’opportunità che tutti i designer aspirano ad avere. Mi ha dato coraggio, voglia di fare e di migliorare i miei lavori. È un palcoscenico immenso dove potersi esibire davanti a un pubblico prestigioso.
Di Nicole Bruschi e Valentina Canzi | UncoMag x BoBos
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