La sposto io la città

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Cambio città perché ho un nuovo lavoro.
Cambio città perché voglio esperienze nuove.
Cambio città perché raggiungo la persona che amo.

No!

Cambio città perché è inquinata e sovraffollata, anzi…la sposto!

Stessi vicini, stesso prefisso telefonico, magari si aggiunge prima del nome un: “nuova”, ma siamo sempre noi qualche chilometro più in là!
Non è film ma un’idea concreta per risolvere i problemi di Teheran.

Se ne parla dal 1988 di spostare la capitale iraniana; allora era per calmare le spinte reazionarie del paese in seguito alla guerra del Golfo. Qualche anno fa la proposta è tornata sui tavoli ministeriali, sponsorizzata dall’ex sindaco e primo ministro Ahmadinejad.
Teheran conta più di 13milioni di persone con quasi un’automobile per abitante, con le inevitabili conseguenze che l’effetto traffico porta: incidenti, inquinamento, stress.
Una città che è passata da piccolo villaggio a capitale sovraffollata, con tutti i problemi di una metropoli, senza il tempo per imparare a gestirli.

La soluzione che è stata trovata, quindi, è quella di spostare Teheran di qualche Km più a sud. Ok può sembrare una sciocchezza. I problemi, ce lo ripetono sin da piccoli, si affrontano, mica si spostano.  Però ripensare ad un’urbanizzazione che pone al centro l’uomo e non i mezzi, ridare spazio alla socializzazione sottraendolo al traffico, è di certo un’idea positiva. Tra l’altro non è la prima città che viene spostata.
I drammatici risvolti del sovraffollamento e dell’inquinamento sono stati chiaramente descritti dal ministro della sanità: (i) sono morte 4000 persone lo scorso anno a causa dell’inquinamento, e (ii) è stata disposta la chiusura, a gennaio, di scuole ed uffici pubblici, per il troppo smog. Oltre a questo, i prezzi dei beni primari e degli affitti schizzano verso l’alto, creando preoccupanti sacche di indigenti in città, che non si riescono a reinserire nella società.

Uno dei primi provvedimenti “svuota-centro” adottati è alleggerire le rette universitarie delle città vicine, così gli studenti hanno iniziato ad uscire dalla capitale.

Altre capitali hanno avuto un percorso simile, dicevamo…
Predecessori illustri sono Brasilia, costruita dal nulla negli anni ’50 ed è diventata capitale del Brasile nel 1960 dopo Rio de Janeiro. Abuja in Nigeria era un villaggio quando si è deciso di trasferire lì la capitale, togliendo i vantaggi/svantaggi alla megalopoli di Lagos. La capitale del Kazalistan è Astana dal 1997, era già una città considerevole, ma da allora ha più che triplicato i suoi abitanti. Un milione di abitanti li ha già la nuova capitale della Birmania, Naypyidaw.

La decisione di spostare le capitali come Lagos, Almaty e Yangon non hanno, però, fatto diminuire i problemi ma anzi, le vecchie capitali hanno continuato a crescere demograficamente e rimangono attive e si sviluppano tanto quanto le nuove capitali. È come se raddoppiassero i fattori che avevano costretto lo spostamento.

L’idea di spostare una città, quindi, potrebbe non essere tanto pazza o folle, ma inefficace per risolvere il problema del sovraffollamento e soprattutto dell’inquinamento.

Siamo diventati grigi come lo smog pure noi?
Allora ecco le cinque località dove ritrovare colore, sorriso e ossigeno…

– Giaole in Chianti,
per capirsi è dove è stato girato ‘Io ballo da sola’ di Bertolucci.
Natura vigne e buon vino.

– Saint Remì de Provence
dove Van Gogh dipinse ‘La notte stellata’…anche qui ci si immerge tra vigne, ulivi e lavanda.

– Copenhagen
cosmopolita e frizzante capitale scandinava.

– Cefalonia
tristemente nota agli italiani per l’eccidio, è però un paradiso naturale in mezzo al mare.

– Lubiana
alcuni la chiamano la piccola Parigi, una capitale che incontra culture differenti.

 

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