The World Class 50: The Definitive Drinking Guide – Claudio Perinelli

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Qualche mese fa abbiamo avuto l’occasione di conoscere Claudio Perinelli, miglior bartender d’Italia Diageo Reserve World Class 2014 e classificatosi tra i primi 6 mixologist alla Diageo Reserve World Class. Abbiamo voluto che ci facesse conoscere il suo mondo e cosa significasse per lui fare il barman (ovviamente abbiamo prima testato i suoi cocktail); però prima vi raccontiamo il suo percorso che l’ha portato fin qui:

“Claudio Perinelli nasce a Calmasino di Bardolino in provincia di Verona il 24 settembre 1984. All’età di 15 anni entra in contatto con il mondo della ristorazione lavorando come aiuto cuoco in alcune strutture locali e veronesi. Inizia così il suo percorso di formazione nel mondo del gusto e dell’enogastronomia che lo porta ad approfondire lo studio delle materie prime sviluppando una propria sensibilità creativa e l’abilità nell’accostamento degli ingredienti. A 19 anni Claudio entra a far parte dello staff de Il Kiosko di Peschiera del Garda, il locale che gli farà scoprire la passione per la mixology e che lo vedrà a soli 20 anni presenza fissa dietro il bancone. Un osservatorio privilegiato questo per Claudio che ha così la possibilità di scoprire e vivere da vicino le tendenze e i desideri della clientela con la quale impara a interagire presto grazie alle sue spiccate doti empatiche. Con il passare del tempo diventa un punto di riferimento per i consumatori che iniziano a rivolgersi a lui in qualità di esperto e guida nella scelta dei migliori cocktail e distillati.
Per usare un termine caro al mondo della mixology, a dare un ‘twist’ al cammino di Claudio ci pensano gli studi universitari informatici che procedono parallelamente all’attività di bartender: un percorso accademico che ben si adatta alla sua indole analitica e matematica e che detterà definitivamente le linee guida del suo modus vivendi. L’approccio scientifico richiesto dal programma di studi si unisce così alla sua naturale inclinazione alla relazione con il pubblico trasformando Claudio in un bartender ‘informatico’ in equilibrio tra rigore tecnico e genio creativo. Animato dalla costante voglia di imparare e di scoprire le ultime tendenze del mondo beverage, Claudio compie a 23 anni il salto di qualità: apprese le basi della mixologia decide di frequentare innumerevoli corsi e master di specializzazione spaziando dalla sommellerie al flair e acquisendo nozioni e tecniche dai migliori maestri del bartending internazionale come Dario Comini, Dennis Zoppi, il team del Jerry Thomas, Daniele Dalla Pola, David Wondrich, Jamie Boudreau, Hidetzugu Hueno e Stanislav Vadrna. Un percorso questo che lo ha portato oggi a diventare docente e consulente presso la Bartenders Academy di Verona.”

Cosa vuol dire fare di professione il barman? Cos’ha in più rispetto ad altre professioni?

La professione del barman è una scelta che va ponderata bene, rispetto ad un comune lavoro giornaliero questo mestiere ti porta a lavorare la notte, ad essere a contatto con tantissime persone vecchie e nuove ogni giorno, ti porta a cercar di essere sempre sorridente, perché non sei nascosto dietro un computer in un ufficio quindi i clienti la prima cosa che cercano è un sorriso da un bartender che sprigioni benessere perché vengono nel tuo bar proprio per rilassarsi e sentirsi bene, magari dopo una lunga giornata di lavoro. Questo lavoro, un po come tutti, ha i suoi pro e suoi contro. I primi sono che metti in atto la tua creatività ogni giorno, se sei un tipo estroverso hai anche azzeccato il tuo mestiere, ti riempie di gioia il cuore e la mente nel vedere le persone felici nello stare ben nel tuo locale ed apprezzare i tuoi cocktail, inoltre… si dorme molto anche la mattina! I contro, e questi fanno parte del pacchetto bartender, sono che non è semplice mantenere uno stile di vita “normale”, nel senso che difficilmente riesci andare a cena con gli amici o con la fidanzata ad eccezione dei giorni di riposo, si finisce tardi la notte e alle volte dobbiamo diventare dei “confessori” dei nostri clienti, che magari stressati, stanchi o tristi vengono da noi al bar per trovare un ottimo drink ma anche del conforto.. e li dobbiamo essere bravi noi nel saperli gestire! Io alle scuole superiori e all’università studiai informatica e mentre come secondo lavoro facevo il bartender la sera di giorno ho lavorato per un paio di aziende informatiche, ma non ero a mio agio, non mi trovavo bene dietro quelle quattro mura di un ufficio, preferivo stare dietro al banco bar dove poter liberare le mie idee, i miei sguardi e soprattutto le mie mani per rendere felici proprio quelle persone che magari stavano tutto il giorno in quell’ufficio!

Cosa ispira il tuo lavoro e i tuoi cocktail?
Il mio lavoro e i miei cocktail sono ispirati da tantissimi fattori. Ho sempre cercato nella mia vita di studiare tantissimo per questa mia passione, perché preferisco chiamarla così invece che lavoro, e non smetterò mai di studiarci sopra, ci sono sempre mille cose nuove ogni giorno da poter imparare, soprattutto dai big, ovvero quei bartender molto bravi cui tutti si ispirano. Cerco sempre di imparare il massimo per poi crearne la mia variazione e rendere sempre unici i miei drink e la mia hospitality. Spesse volte mi ispiro ad una storia, a un paesaggio, a un luogo o a una giornata che mi è rimasta impressa per creare un nuovo drink, alle volte mi ispiro a libri o a testi e melodie di canzoni, molte volte parto da un piatto culinario per creare un drink attorno, altri casi invece annusando un buon profumo mi ispiro per un nuovo intruglio, sono sempre anche affascinato dalla tecnica di creazione dei drink e alle volta inizio pure dal quella, parto anche dai bicchieri o addirittura dal food pairing per poi finire alla guarnizione.

Cos’ha rappresentato per te far parte del World Class 50?
Far parte del World Class 50 è una bellissima soddisfazione a livello personale in primis, perché significa che le tue ricette andranno su un sito di rilevante importanza dove tutto il mondo della mixology vi accede. In più rappresentare la mia città natale e avere modo di farla conoscere a un sacco di persone in giro per il mondo, facendo capire loro che anche Verona ha dei grandi Bartender è una soddisfazione veramente unica nel suo genere! Se ho avuto la fortuna di far parte di World Class 50 significa che sono stato il Miglior Bartender d’Italia World Class 2014 per poi aver partecipato alle finali mondiali, e questo diciamo che è un sogno che si è realizzato.

Raccontaci la storia ed il processo di realizzazione dei cocktail che abbiamo assaggiato, creaci il contesto per capirli e apprezzarli al meglio.

COFFEE BREAK¬

[column grid=”2″ span=”1″] Ingredienti•
45ml Rum Zacapa
30ml Rosso Antico
10ml Cynar
5ml Honey Coffee Mix
Apple Wood Smoke
[/column] [column grid=”2″ span=”1″] Preparazione•
Viene preparato in tecnica throwing dove andiamo a far cadere gli ingredienti da uno shaker all’altro per ossigenarli bene e per raffreddarli, poi li versiamo in una bottiglia di vetro dove all’interno abbiamo affumicato del legno di melo per dare una tonalità barbecue e dare estensione al drink, ed infine lo versiamo in un old fashioned glass con dei cubetti di ghiaccio ed una scorza d’arancia.

Il tutto viene servito con delle fettine di mela verde con una spolverata di fava tonka ed un croccante al pistacchio e pinoli.

Questo drink consiglio di gustarlo dopo cena, quando i vostri programmi non sono di andare a letto a dormire, esso vi rinvigorirà il corpo e lo spirito. Questa bevanda avvolge i vostri sensi. Si inizia con la dolcezza del Rum, arriva poi in bocca il sapore del carciofo seguito dalla parte del vino aromatizzato, alla fine si sente la sensazione di fumo con un retrogusto di caffè formidabile. Accompagnando le sorsate al food pairing associato si prospetterà una serata interessante!
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BLOODY PERY¬

[column grid=”2″ span=”1″] Ingredienti•
45ml Tanqueray No Ten
5ml Talisker Storm
60ml Tomato Juice
15ml Lemon Juice
5ml Soy Sauce
2 dash Celery Bitter
2 dash Pimento Bitter
2 dash Tabasco Chipotle
pinch Smoked Salt
[/column] [column grid=”2″ span=”1″] Preparazione•
Eseguito in tecnica Throwing, dove andiamo a far cadere gli ingredienti da uno shaker all’altro per ossigenarli bene e per raffreddarli, e servirlo in una coppetta ghiacciata con una scorza di cetriolo

E’ un twist del famosissimo Bloody Mary, chiamato Bloody Pery per l’appunto il mio diminutivo. E’ un drink molto semplice da preparare anche a casa, ottimo durante l’orario aperitivo, esso aprirà i vostri stomachi, vi farà scorrere per tutta la bocca la sensazione “umami”, vi inizierà a far salivare e far deglutire.. tutti i migliori aspetti che desideriamo da un aperitivo aromatico e sapido. Accompagnato da costine di sedano e sale affumicato, pepe rosa e Peschiole, piccole pesche italiane in agrodolce senza nocciolo. Un food pairing studiato appositamente per soddisfare il pre-cena!
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Photos by Giorgio Zanetti

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