La Namibia è uno dei posti più incredibili al mondo dal punto di vista naturalistico, e l’attuale situazione politica non presenta un particolare ostacolo per visitare il paese. Queste premesse sono la base perfetta per decidere di esplorare uno degli angoli più preziosi del pianeta, dove potersi immergere nella natura, con i parchi naturali che ricoprono circa il 18% della superficie del paese, in particolare l’Etosha National Park, il Namib-Naukluft Park, il Fish River Canyon e la surreale Kokerboom Forest, in cui potersi accampare, osservare la fauna e fare escursioni guidate. Per gli amanti della natura, sarà una sorpresa scoprire che la Namibia, è il primo paese al mondo ad aver inserito la protezione dell’ambiente e della biodiversità locale, nella propria Costituzione, ponendo quindi in una posizione di rilevanza, il cosiddetto eco-turismo. Non stupisce quindi, che in questo angolo di Sud Africa, sia già da anni sviluppata una delle forme più innovative di turismo sostenibile, nata in America Latina e ancora ampiamente da sviluppare in Europa e nel mondo: il turismo di comunità. Immaginate di vivere in un villaggio locale, imparare i mestieri, le arti, mangiare quello che le donne cucinano, insieme a loro e vivere come “veri abitanti”. In pochissime parole, questo è il turismo di comunità e in Namibia è possibile provare questa esperienza nel Ngoma Craft Centre e nel Sheshe Craft Centre.
La cucina della Namibia, risente molto del passato colonialista, ma mantiene ancora forti le proprie radici, legate soprattutto agli ambiente spesso aridi e quindi difficili in cui vivere. Al di fuori delle città con i ristoranti in cui poter trovare diverse tipologie di cucine dal mondo, c’è la savana e lì si può sperimentare la vera cucina locale, spesso con ingredienti piuttosto difficili per noi occidentali, come i bruchi e i vermi. Ma la cucina locale è anche ricca di prelibatezze e di piatti decisamente “salutari”, verdure, uova, carne e tanti cereali utilizzati per cucinare ottime zuppe. Uno degli ingredienti maggiormente diffusi è il miglio, chiamato mahango oppure il mielie pap (pappa di mais), con cui preparare un piatto simile al porridge inglese e zuppe di cereali o legumi. Questi piatti permettono quindi un giusto apporto nutritivo, pur utilizzando pochi e semplici ingredienti.
Italia:
La cucina italiana nasce come una cucina povera, contadina, in cui le verdure, i legumi e i cereali erano i padroni assoluti di tutte le tavole, da nord a sud. Le zuppe di cereali e legumi sono presenti infatti nella tradizione di gran parte delle regioni italiane, in particolar modo nel centro-sud Italia. Oltre all’Umbria, la Basilicata ad esempio, presenta un’ottima tradizione di zuppe, fatte con cicerchie, fave, lenticchie, fagioli e grano. In alcuni casi viene utilizzato anche il miglio, una ricetta particolare lo vede accompagnato con pomodoro, cipolle, peperoni, aceto e basilico, servito freddo sempre come zuppa.