Una domenica di Novembre, a Merano. Ti vesti un po’ più pesantuccio, poi scendi dall’auto per raggiungere il Kurhaus, splendido edificio in stile liberty del centro e il termometro dice 20°C.
Troviamo un parcheggio di quelli tattici, troppo bello per essere vero; infatti il simpatico barista a cui chiediamo informazioni sulla legittimità della sosta ci risponde semplicemente: “Cvarantuneuro”, immaginiamo riferendosi alla multa che sicuramente avremmo preso. Riparcheggiata l’auto e la coscienza, ci imbattiamo subito nel tipico disagio domenicale della popolazione infantile di Merano:
Ma eccoci rapidi davanti al Press Office. A Merano è tutto arancio in questi giorni. Arancio le foglie degli alberi, le anime felici delle persone e il pantone del mediakit, delle brochure e del catalogo. Tutto. Energetico!
Poi si passa al rosso dei tappeti. Del resto l’hanno ribattezzato la Cannes del vino italiano e in effetti l’atmosfera che si respira è proprio quella da gala.
Va bene, procediamo. Il nostro discretissimo timbro è di quelli visibili agli ultravioletti, quindi ci invitano a far scorrere la manina sotto al fascio luminoso. Dobbiamo ammettere che lo stupore aumenta. Siamo vestiti alla Bobos, con zainetto, frange, scarpe comode. Qualcuno è pronto a farci un baffo in tempo zero: avvistata una super bionda con gonna “finto tirolese” e top sadomaso intrecciato. A parte questo scivolone, lo stile regna anche negli outfit, giacche e cravatte dai tagli inediti e Donne del Vino sempre sul pezzo.
E poi il sipario si apre, perché MWF è teatro e interpretazione. Luci, loggiati, tromp d’oeil. Vociare brulicante, calici tintinnanti. Broccati. Joe Bastianich con cappellino da baseball che non insulta nessuno. Mi piace. Lo ammetto. No Bastianich. Il festival intendo. Bastianich si aggira rapido ad assaggiare di qua e di là come un’ape impazzita perché c’è anche la sua cantina con i vini Vespa e Calabrone in degustazione. Tanto per stare in tema.
I produttori sono tanti, più di 450. Si passa dai grandi nomi a realtà meno blasonate e questo è un bene. C’è un po’ di confusione, forse perché è domenica, le cantine sono coriandoli sparati contro la volta del Kurhaus, ti perdi un po’. Ma lo ribadisco: mi piace. Perché è esclusività mista a festa. E quindi sembrano tutti simpatici e brillanti e belli (nel limite del ragionevole, diciamo).
Comunque non è che ci siamo andati solo per regalarvi quest’istantanea mondana.
Cerchiamo di fare le cose ordinate e prepariamo il palato con il Brut Rosé di Costaripa, il metodo classico del Lago di Garda per eccellenza, creatura dell’enologo Mattia Vezzola. Si passa all’Athesis Brut Rosé di Kettmeir (anche questo un metodo classico). Poi viriamo sui bianchi con il Lieti Conversari della cantina Pratello, produttori di Lugana che però stupiscono con questo Incrocio Manzoni di struttura, e con l’Amedeo Custoza Superiore di Cavalchina.
Ci scappa l’occhio e conosciamo Rocco, figlio di Oliviero Toscani, che a Casale Marittimo dal 2006 produce vino nell’azienda di famiglia. Petit Verdot e Teroldego per distinguersi.
Risaliamo in Veneto e degustiamo l’Amarone di Fumanelli e di Pasqua. Riscendiamo in Toscana per deliziarci con il Paleo di Le Macchiole e il Pian di Nova della cantina Il Borro. Ci incuriosisce la Fattoria Casabianca (Siena) che dalla vendemmia 2014 produce con certificazione vegan sull’intera linea di prodotti e quindi che Chianti vegan sia!
Chiudiamo in Toscana con l’Ugolforte Brunello Di Montalcino della Tenuta San Giorgio.
La giornata non può scivolare via senza GourmetArena; in realtà ci eravamo già andati per pranzare con un pastràmi e un calice di PILS del Birrificio Birra Cimbra di Asiago. Però ci torniamo anche dopo per conoscere il Consorzio Clara, dove degustiamo questo luxury olio biologico marchigiano, nato dall’unione dei migliori produttori consorziati, per creare quello che loro amano chiamare profumo da tavola. Bella idea e buon prodotto.
Originale anche il banco di Koppert Cress specializzati in micro-vegetali (foglie, fiori e crescione) che ormai siamo soliti trovarci nei piatti di alta cucina.
Per chiudere si passa da Ginissimo, il Gin Corner del Merano Wine Festival che offre una selezione davvero all’altezza di palati esperti e amanti del celebre distillato al ginepro.
Usciamo dal Kurhaus per raggiungere la nostra 4 ruote coscientemente parcheggiata e percorriamo ancora una volta il tappeto rosso. E sì: ci sentiamo felici e chic.
Il Merano Wine Festival in realtà non si farà attendere molto perché il 30 e il 31 Gennaio 2016 si declinerà nella splendida cornice di Rocca Salimbeni (Monte dei Paschi) a Siena per Wine&Siena Event: una vetrina d’eccellenza per i vini della provincia di Siena e Toscani, ma non mancheranno protagonisti da tutto il territorio italiano, una sezione di bollicine e vini bianchi e il consueto spazio di Culinaria in Piazza Salimbeni.
Cin Cin!